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I grandi satelliti dei pianeti extrasolari avrebbero tutte le caratteristiche per essere abitabili e potrebbero ospitare la vita

Se c’è vita in qualche parte dell’universo, le esolune, cioè i satelliti che orbitano pianeti extrasolari, sono il posto giusto dove cercarla.

Anche se per il momento nessuna di queste lune aliene è stata osservata direttamente, gli scienziati ne sono quasi certi: alcune potrebbero ospitare forme di vita. “Finora si è tentato di risolvere l’atavico interrogativo sull’esistenza di vita extraterrestre cercando indizi che ne rivelassero la presenza negli esopianeti, mentre la risposta potrebbe essere in una loro luna che ancora non vediamo” afferma l’astrofisica Rene Heller.

Assieme a colleghi del McMaster Origin Istitute (Ontario, Canada) ha infatti preso in esame i dati raccolti dalle osservazioni di pianeti giganti in altri sistemi planetari comparandoli con quelli del nostro Sistema Solare: i ricercatori canadesi hanno così elaborato un modello teorico in grado di stabilire quali esolune abbiano le condizioni idonee per essere abitabili.

I risultati, pubblicati in due articoli su Astronomy and Astrophysics e su The Astrophysical Journal, suggeriscono infatti che molti di questi corpi celesti hanno tutte le carte in regola per supportare la vita: posizione, dimensioni e sufficienti quantità d’acqua.

“I candidati ideali sono satelliti di giganti gassosi come Giove che orbitano stelle simili al Sole alla stessa distanza della Terra” dice Ralph Pudritz, uno dei coautori degli articoli. Tra gli oltre quattromila pianeti extrasolari individuati finora, infatti, la maggior parte è costituita da pianeti giganti fatti di gas e che mancando di una superficie solida non hanno quindi i requisiti per ospitare organismi viventi.

Secondo i calcoli degli astrofisici candesi i corpi rocciosi che vi orbitano attorno invece si troverebbero alla giusta distanza per mantenere l’acqua allo stato liquido e quindi consentire il proliferare e l’evolversi della vita. “Le dimensioni ottimali delle esolune dovrebbero essere almeno paragonabili a quelle di Marte” spiega la Heller che sostiene “che entro dieci anni troveremo forme di vita extraterrestri, molto probabilmente proprio su questi satelliti giganti”.

Nel Sistema Solare tutti i grandi pianeti gassosi sono attorniati da numerose lune: Giove ne ha 67 (tra cui Ganimede che ha un diametro tre quarti quello di Marte), Saturno 61, Nettuno 14. Tutto lascia quindi presupporre che anche i grandi pianeti dei sistemi extrasolari siano circondati da satelliti rocciosi. E Pudritz ed Heller hanno sviluppato un modello che, basandosi sull’analisi della distribuzione di ghiaccio delle lune gioviane durante la formazione del pianeta, permette di predire la presenza di esolune anche nei giganti gassosi degli altri sistemi planetari. Dai calcoli è emerso che alcune potrebbero essere grandi addirittura il doppio di Marte.

Ora, però, bisogna trovarle. Gli astrofisici sono fiduciosi: grazie ai nuovi potenti strumenti, come l’European Extremely Large Telescope dell’Eso e la sonda Plato dell’Esa, nei prossimi anni le esolune saranno facilmente rilevabili.[fonte]

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