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In questo articolo parliamo di tutte le più celebri anomalie fotografiche riscontrate nelle missioni esplorative dirette su Marte da parte delle agenzie spaziali. Fin dai tempi della pubblicazione delle foto del Viking, iniziarono a girare per mezzo della stampa, indiscrezioni sulla presunta possibile prova fotografica che Marte non fosse stato sempre e solo un pianeta morto e arido, ma abbia ospitato una civiltà che potrebbe tutt’ora sopravvivere nelle sue viscere. Grazie ad internet, a partire già dagli anni ’90, tali foto, pubblicate sui siti della NASA e dell’ESA sono diventate di dominio pubblico e in molti si sono cimentati nella loro analisi e si sono chiesti, se alcune di queste anomalie fossero davvero la prova dell’esistenza di un’antica civiltà marziana. La NASA, dal canto suo, ha sempre negato l’artificialità delle anomalie e ha imputato le cause a coincidenze di luci e ombre o alla bassa risoluzione delle fotocamere impiegate. Alcuni ricercatori appoggiati da una minuscola schiera di scienziati, hanno alimentato l’idea che la NASA e le altre agenzie spaziali volessero tenere nascosta la verità.

Ma addentriamoci dunque in questo affascinante argomento, in cui si sente odore di menzogna, complotto e bugie da parte di entrambe le fazioni.

 

Il volto di Cydonia

 

La toto in alto rappresenta una delle prime e sicuramente più celebri anomalie scattate su Marte. Conosciuta in gergo comune come “La Faccia su Marte“, “Volto su Marte” o “Volto di Cydonia”” è situata nella regione di Cydonia. Misura approssimativamente 3 km in lunghezza e 1,5 km in larghezza e si trova 10° a nord dell’equatore marziano. A riprenderla per la prima volta fu la sonda Viking 1 il 25 luglio 1976 dalla sonda spaziale Viking 1 della NASA, che tra l’altro a causa di un errore dei dati mostrò dei puntini neri che casualmente andarono ad accentuare la già l’evidente antropomorfizzazione del volto.

Per la NASA, si trattò di una serie di giochi di luci e ombre che associati alla bassa risoluzione dell’immagine davano una errata percezione della geografia del territorio. Ma la “Faccia su Marte” sembrava essere posta vicino ad altre anomale strutture del territorio, che per molti erano parte di una vera e propria città, chiamata “The City” ( foto in basso).

Alcuni ricercatori, guidati dall’audacia e dalla fantasia si sono prodigati a tracciare linee energetiche per unire in un organigramma queste struttere, mentre altri le hanno addirittura fatte corrispondere alla costellazione di Orione o hanno trovato analogie strutturali con il complesso piramidale di Giza.
Il principale sostenitore di questa teoria è Richard Hoagland col suo libro intitolato “The Monuments of Mars: A City on the Edge of Forever”. Altri sostenitori di questa teoria sono il celebre Zecharia Sitchin che associa le strutture all’architettura sumera.

Le nuove missioni marziane hanno rifotografato la zona confermando che si tratra di interessanti strutture geologiche ma di origine naturale.
Il Mars Global Surveyor fotografo la valle di Cydonia nel 1998 e nel 2001, e la sonda Mars Odyssey nel 2002 (Foto in alto).
Ovviamente secondo molti ricercatori indipendenti è in atto un piano di cover-up per screditare le immagini del Viking e grazie alla computer grafica, le agenzie spaziali avrebbero appiattito e deformato la struttura per renderla verosimilmente di tipo naturale.

La statua su Marte

Questa scena è stata catturata dalla macchina fotografica panoramica del robot della NASA Rover Spirit ed  è stata successivamente incorporata come parte di un paesaggio colorato dal panorama PIA10216 in modo artificiale dai tecnici per la presentazione ufficiale alla stampa.
A catturare l’attenzione di molti ricercatori indipendenti è la strana sagoma al centro della foto panoramica che sarebbe secondo la loro ipotesi, una statua antropomorfa. Nella foto vi sono alcune annotazioni che sottointendono la presenza di geroglifici e di un sentiero verso la statua.

Nell’immagine in alto, che mostra uno zoom del 200% viene segnalato con linee rosse il percorso e il livello di salita-discesa del sentiero che condurrebbe in modo inequivoco alla suddetta statua. Questo farebbe pensare che si possa trattare di un luogo importante e probabilmente adibito a visite ripetute.
Per i critici, potrebbe quindi essere una statua commemorativa o un luogo di culto importante per qualcuno.

Infine in alto abbiamo l’ingrandimento della “statua”. Come si evince la somiglianza con una scultura è palese, anche se sono molte anche sulla Terra le strutture geologiche che, modellate dall’erosione dell’acqua o del vento, hanno assunto dei tratti animaleschi o umani. In questo caso sembrerebbe somogliante ad una donna col braccio proteso e un abbozzo di seno.
Seppur la logica, la scienza e  l’evidenza suggeriscono che sia soltanto una roccia speronica scolpita dal vento, non voglio forzare ulteriormente l’analisi lasciando a voi il giudizio.

Lo strano oggetto tridimensionale

Questa foto marziana ripresa sempre dal rover Spirit della NASA, mostra degli strani oggetti (ingranditi nei riquadri) che sembrano avere una particolare tridimensionalità e luminescenza metallica che non possono essere facilmente spiegati dalla geologia naturale. Sembrano pezzi meccanici o edili, a prima vista, e senza voler controbattere la loro origine naturale, hanno indubbiamente una struttura assai curiosa.


L’astronave su Marte
 

 

Focalizziamo l’attenzione al centro dell’immagine in alto. Si nota un oggetto piatto e quadrato con un cerchio nero che sembrerebbe essere un cratere. Per alcuni sospettosi osservatori, dovrebbe tratarsi di una astronave semi ricorperta da strati di polvere, anche se a mio avviso, sembrerebbe, volendo fantasticare, piuttosto un edificio, A mio avviso, la bassa risoluzione dell’immagine e il cantrasto di luci e ombre gioca brutti scherzi per la comprensione reale della struttura, che pertanto è sicuramente naturale.

 

Il “centro urbano” su Marte
 
 
 
In questa immagine del Mars Global Survivor dell’ESA che riprende un particolare all’interno dell’Argyre Planitia Crater, si notano delle strutture pixellate che a detta di molti rappresenterebbero un vasto centro urbano, simile a molte immagini satellitari rilevate anche sulla Terra.
 
 
Vediamo un ingrandimento del 180% di un particolare dell’area. Si notano forme geometriche che hanno tutta l’aspetto di case, strade e interi quartieri. La mia idea è molto scettica sulla artificialità dell’immagine e ritengo che si tratti di “bad pixel” perchè immagini del genere sono ingannevoli, come già sperimentato in altri debunking. Le camere ccd spesso non interpolano bene particolari e la scarsa risoluzione crea effetti molto simili a quello che vediamo in alto.
 
 
In alto vediamo un’altra zona che presenta analoghe anomalie, posta nel crate Hale. In questo caso tuttavia le irregolarità sono di chiara matrice tridimensionale e occorrerebbero dati più approfnditi per capire il problema che potrebbe affliggere la decodifica del fileo riginario. La perfetta simmetria di ognuno dei blocchi lascia proprio intedere che siano blocchi di pixel non ricevuti correttamente dalle fotocamere ccd dell’orbiter.
 
 
Nel particolare in alto è facile notare come possa davvero trattarsi di strutture artificiali, assomigliando in modo verosimile a costruzioni di tipo arcaico, in pietra. Ma servirebbero ulteriosi indagini per confermare una possibilità così remota e non posso personalemente esprimere giudizi astrusi. Tuttavia guardando a colpo d’occhio le due immagini sembra soltanto uno zoom dei soliti blocchi errati di pixel, cha a causa del gioco di luci e ombre assumono una verosimiglianza artificiale.

I “TUBI” su Marte
 

 
Questa immagine NASA sarebbe addirittuta la “pistola fumante” termine anglofono che indica la presenza dell’arma del reato, che testrimonierebbe la presenza di strutture artificiali su Marte. I “tubi” sarebbero infatti delle condotte trasparenti per convogliare l’acqua, o degli oleodotti.
Anche in questo caso ammetto che a prima vista, la somiglianza con dei tubi trasparenti esiste ed è evidente. Ma ricordiamo sempre che la planetologia è una scienza che non si ferma alle evidenze , ma analizza i tratti geologici in una visione molto più ampia, con un medoto assai vasto
 

 
Nell’immagine in basso possiamo osservare una immagine dei “tubi” molto più ravvicinata, che svela in parte la loro reale natura. Si tratta di depositi depressi di detriti molto sottili simili a sabbia che creano a causa del vento delle dune. Viste dall’alto assumono la forma di tubi, come quelli usati per contenere cavi elettrici o condurre l’acqua. Ma come si evince è inequivocabile che si tratta di un fenomeno del tutto naturale.
 

Nella foto in alto e in quella in basso si vede chiaramente che si tratta di dune sabbiose. Molte di queste anomalie, sono agli occhi degli utenti inesperti in fenomeno planetologici, tubi, fiumi, laghi, esseri viventi, ma il problema risiede nella nassa risoluzione e nel mancato esame del contesto in cui vengono ripresi i dettagli.

La città INCA su Marte

Questa immagine, la cui originale è reperibile qui , mostrerebbe a detta di molti una città “Inca”. Non comprendo con tutta l’immaginzione possibile ed immaginabile, come possa essere proprio una città città “Inca” e non una qualsiasi rovina di città. In realtà, si tratta di residui di movimenti tettonici, che hanno corrugato la crosta, rialzandola e creando delle fratture simmetriche.
 

 

In alto lo zoom del particolare incriminato, ci mostra chiaramente che si tratta di porzioni di crosta rialzate, probabilmente per forza convettiva interna o per modellazione del territorio da parte di lava. Non c’è alcuna somiglianza con strutture artificiali o residui archeologici. Un’altra spiegazione potrebbe essere che sono vecchi bacini di ghiacciai, vista la zona sud polare, anche se in questi casi gli stessi planetologi hanno bisogno di studi più ampi del territorio per riuscire ad identificare il tipo di fenomeno che lo può aver causato.
Nel nostro caso, l’importante è capire cosa non è. E’ ciò rappresenta già un buon punto di partnza.
 
Il teschio su Marte
 

Come segnalano le frecce in alto e in basso, vi è un curioso particolare in questa foto scattata dal rover Spirit della NASA e reperibile in originale qui.
Non ci vuole molta immaginazione per vedere un sorta di teschio umano, come si nota meglio nello zoom in basso:

 

A chi dice che sembra un teschio, non posso che dare ragione. Sembra davvero un teschio, molto ma molto ben fatto. Tuttavia, “sembra” e probabilmente non lo è!  E’ davvero estreamente raro che in centinaia ae centinaia di foto, solo in una sia stato ripreso un teschio. Come sappiamo, seppur le ossa, composte di carbonio e calcio, siano estremamente resistenti alle intemperie, in un’atmosfera come quella marziana, non durerebbero molto, corrose senza pietà in poco tempo. Se ipotizzassimo quindi che lo sia, probabilmente non è antichissimo. In archeologia, un reperto preso da solo, dice ben poco, se non dare indizi sommari e generici. Ma in questo caso, sto vaneggiando, sto cercando di provocare la vostra logica reazione. Se osserviamo l’area, notiamo che è pervasa da sassi, di ogni tipo e specie. La logicità dell’analisi, non fa altro che portare all’unica conclusione: si tratta di un masso, i cui giochi di luci e ombre, mostra una vaga somiglianza ad un cranio umanoide.

Laghi su marte?

 

In questa foto dallo spazio, scattata dalla sonda della NASA Mars Global Survoivor, secondo molti scettici, ci sarebbe la definitiva evidenza che sul Pianeta Rosso esistono vegentazione e laghi di acqua. In questo caso, bisogna innanzitutto osservare la latitudine in cui è stata ripresa la foto. Come si evince chiaramente dai dati didascalici, è stata scattata in prossimità del Polo Sud di Marte, dove la temperatura non permette all’acqua liquida di esistere. Osserviamo un particolare dell’immagine.
 

Non è un segreto che, su Marte esista la possibilità che ci siano grosse quantità di acqua congelata, almeno ai Poli e nelle cavità sotterranee, sotto a quel terreno completamente gelato, che gli scienziati chiamano “permafrost”. Nella foto in alto, non vediamo un lago ghiacciato, ma un pavimento ghiacciato composto di acqua , CO2 e altri elementi gassosi tutti però allo stato solido. Il fondo del dislivello non permette di stabilire con precisione lo spessore, ma in ogni caso, non si tratta di un lago con pesci, barchette e… marziani. Immagini simili sono state riprese dalle sonde americane, indiane e giapponesi anche sulla Luna, dove la piattezza dei fondovalle e lo strato dei gas congelati danno l’effetto di veri e propri laghi. Il resto del terreno che assomiglia ad una bassa e fitta tundra è invece un classico esempio di “permafrost”, terrreno completamente ghiacciato, comune su Marte alle bassissime e altissime latitudini.

 

Con questo articolo speriamo di a ver mostrato a quanti di voi non ne fossero ancora a conoscenza, della presenza di queste celebri anomalie, spesso oggetto di discussione nei forum e sul celebre canale di Youtube.
Il nostro parere è che, in nessuno di questi casi, ci sia la presenza di elementi che si possano considerare artificiali o testimonianza della vita come la conosciamo sulla Terra.
Marte è un pianeta per molti versiersi vivo, probabilmente ha ospitato e ospita ancora forme molecolari di vita, di tipo organico. Ma questo, dovrà ancora essere accertato.
Attendiamo numerosi i vostri commenti.[fonte]

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