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Ricerche e avvistamenti ripercorsi da chi, sin dagli anni ’70, sta col naso all’insù.

Notti da Ufo, in città. Occhi che interrogano il cielo, ricerche in polverosi archivi. E sullo sfondo, un caso su cui avrebbero indagato i servizi segreti nel periodo del fascismo. Elementi che rimandano all’attività di un gruppo di appassionati di ufologia del nostro territorio. Sono rimaste memorie concrete: una rivista e faldoni con la casistica dei fenomeni correlati a oggetti volanti non identificati. E’ stata data una spiegazione a molte vicende, altre rimangono un enigma ai confini della realtà.

“Tra la metà degli anni ‘70 e la fine degli ‘80 c’era il gruppo Fase IV, legato al Giornale dei Misteri. Ne facevo parte con Alberto Lazzaro, Cavuto, Coscelli, Mora, Pinetti. Avevamo una rivista, ‘Il Senza Titolo‘, che è andata avanti per otto anni. Abbiamo poi aderito al Centro ufologico nazionale”, rievoca Lorenzo Bartoli, segretario dell’associazione. “Ci si trovava in un locale di piazza Fontanesi o presso realtà come la Salamandra dello scrittore Pier Carpi. Si partecipava a eventi in Italia e all’estero. E si facevano ricerche negli archivi, s’incontravano testimoni di fatti peculiari che potevano essere accostati al fenomeno degli oggetti volanti, si riordinava materiale per sottoporlo a esperti come Roberto Pinotti”.

Le ricerche si riferiscono al ‘900, ma non mancano episodi ambientati secoli prima. Nel 1693 Antonio Resta scrive nelle sue “Memorie di Guastalla”: “Il 17 gennaro in sabbato mentre venivo da Mantova io vidi il sole circondato da un cerchio lucente, et vi era quattro soli posti in quarto in questa guisa lucenti”.

La situazione è talmente curiosa che nel diario aggiunge un disegno particolareggiato. La cosa ha solleticato gli studiosi. La documentazione del ‘900 parte dai ricordi di Osmondo Prampolini, addetto all’impianto del gasometro di via Pansa, che nel 1924 vede un inconsueto oggetto luminoso sul perimetro industriale.

Una situazione su cui tempo dopo avrebbe indagato il Gabinetto RS33, la cui competenza era la verifica delle segnalazioni di portentosi velivoli decollati da una nazione sconosciuta. Il fatto è ricordato da Pinotti nel libro “Luci nel cielo. Italia e Ufo, le prove che il duce sapeva” (Mondadori). Eccoci al 1947, a Bergogno si materializza un oggetto volante di cui c’è un’accurata descrizione. I fenomeni s’intensificano tra gli anni ‘50 e ‘70, con vicende spesso riportate dalla cronaca e con sopralluoghi delle forze dell’ordine nei luoghi dei fatti. Tra questi, un dibattuto avvistamento del 1977 a Villa Aiola riferito da Pier Carpi.

E’ il periodo in cui al cinema si proietta “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Spielberg, dai sondaggi il 35% degli italiani è possibilista sull’esistenza di visitatori provenienti dalla galassia, si parla di Rosewell e dell’Area 51. Nel 1978 sono i residenti di Masone a stare con il naso all’insù per una scia luminosa.

La cartografia vede citate molte altre località, tra cui Canossa, Carpineti, Castelnovo Monti, Fabbrico, Felina, Quattro Castella. Se ne parlerà il 25 settembre al Sipario (via Allegri 1) nel convegno “Visitatori dall’ignoto” organizzato da Miskatonic e Yorick. Interventi di Marcello Bonini, Andrea Gibertoni, Maico Morellini, Paolo Tosini su come cinema, narrativa e ricerca hanno affrontato l’argomento.[Fonte]