![](https://sp-ao.shortpixel.ai/client/to_webp,q_glossy,ret_img,w_630,h_354/https://www.glialienitranoi.it/wp-content/uploads/2019/05/base-lunare_shutterstock_1250002483.630x360.jpg)
Al congresso mondiale promosso dalla Società Italiana Gallerie si è parlato anche di tunnel sulla Luna, da adattare per le future basi permanenti sul nostro satellite, e di ricerca di acqua e minerali.
Con l’avvio almeno teorico del Deep Space Gateway e i piani per nuovi razzi lanciatori siamo, pare, più vicini a un ritorno alla grande sulla Luna e, a detta di molti, questa volta per restarci con una o più stazioni permanenti. Con l’idea di sfruttare le caratteristiche geologiche del nostro satellite e di occupare, con tutte le opportune modifiche, caverne e tunnel di lava.
Per buoni motivi. «Immaginatevi un sasso grande come un pugno che vi piomba addosso dallo Spazio a 10-12 chilometri al secondo: un habitat lunare in superficie difficilmente potrebbe uscirne indenne», affermava Jamal Rostami (Istituto di Meccanica della Terra dell’Università del Colorado) al World Tunnel Congress (WTC2019, 3-9 maggio, Napoli), il convegno promosso dalla Società Italiana Gallerie (SIG) che ha ospitato interventi anche su “visioni extraterritoriali”, nel vero senso della parola.
![](https://sp-ao.shortpixel.ai/client/to_webp,q_glossy,ret_img,w_570,h_340/https://www.glialienitranoi.it/wp-content/uploads/2019/05/1luna.570.jpg)
Sulla Terra, l’atmosfera lo vaporizzerebbe, quel sasso, ma la Luna non ha quello “scudo” e sarebbe tutta un’altra storia. Un’idea è quella di “fortificare” un’habitat lunare di superficie ricoprendolo di suolo lunare, ma un’altra, attorno alla quale si lavora da qualche anno, è di sfruttare i tunnel di lava della Luna: «L’idea è di cominciare nel sottosuolo, utilizzando processi e tecnologie collaudate sulla Terra, con macchine scavatrici», afferma Rostami.
![](https://sp-ao.shortpixel.ai/client/to_webp,q_glossy,ret_img,w_570,h_143/https://www.glialienitranoi.it/wp-content/uploads/2019/05/blair-lavatubes.570.jpg)
Ingegneri sulla Luna. Spedire una delle nostre macchine sulla Luna è proibitivo: «Pesano centinaia di tonnellate e non è possibile portarle lassù», ammette il ricercatore: «dobbiamo pensare a un progetto innovativo, più essenziale e leggero».
Inoltre, le nostre scavatrici consumano molta energia: sulla Terra è improponibile, ma per la Luna si potrebbe pensare alla propulsione nucleare (come per i sommergibili), per mezzi che cercheranno anche metalli e minerali vari, ma prima di tutto e soprattutto acqua – se vogliamo pensare a basi permanentemente abitate – la cui presenza sulla Luna, in forma di ghiaccio d’acqua, è stata confermata appena sotto la superficie o addirittura in superficie.
![](https://sp-ao.shortpixel.ai/client/to_webp,q_glossy,ret_img,w_570,h_281/https://www.glialienitranoi.it/wp-content/uploads/2019/05/acqua-sulla-luna_mappa.570.jpg)
Quanto ai tunnel di lava, sono anch’essi confermati: come conseguenza dell’antica attività dei vulcani lunari vi sarebbero tunnel (simili ai tunnel di lava sulla Terra) e caverne (le vecchie camere magmatiche) talmente grandi da poter ospitare intere città. [Fonte]