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Decollata alle 19 e 23 italiane, arriverà tra 27 giorni nel cratere Von Karman. Un lander e un rover esploreranno la superficie, analizzeranno la composizione del suolo. Porteranno anche una mini biosfera con semi di patata, una pianta da fiore e uova del baco da seta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È PARTITA alla volta del “lato oscuro della Luna” la missione cinese Chang’e 4. Sarà la prima a posarsi sulla parte del nostro satellite naturale invisibile alla Terra, stabilendo così un primato, arrivando dove né americani né sovietici o europei si sono mai avventurati in oltre 50 anni di esplorazione spaziale. A quasi 50 anni dal primo viaggio dell’uomo oltre l’orbita terrestre, quello dell’Apollo 8, che fece un giro attorno alla Luna nel dicembre del 1968.




Il programma prevede di far allunare un lander e un rover lì dove nessuna missione spaziale è mai arrivata. Il lancio è avvenuto alle 19.23, ora italiana, dalla base spaziale di Xichang, nella prefettura di Sichuan, nel sudovest del paese, in testa a un razzo Lunga Marcia 3B. Non è stato trasmesso in diretta, ma su Twitter e altri social, sono stati diversi i contributi con immagini e video che hanno ripreso l’evento, soprattutto grazie anche a uno streaming non ufficiale da parte di Starparty, un’associazione di astroamatori dello Yunnan.

Secondo chi ha assistito al lancio, il decollo sembra sia avvenuto con successo, anche se si attende una conferma ufficiale che tutte le fasi siano andate come previsto e Chang’e 4 sia sulla sua giusta rotta verso la Luna.

L’arrivo a gennaio
Tra 27 giorni la sonda dovrebbe arrivare a destinazione, allunando nel cratere Von Karman, all’interno del bacino Polo Sud-Aitken, con il suo carico di esperimenti scientifici. In tutto più di una tonnellata di “payload”, per studiare la superficie e il sottosuolo della parte meno esplorata del nostro satellite.

Il lander si poserà sul suolo lunare e farà scendere il rover. Il cratere è enorme, ha una larghezza di circa 2.500 chilometri ed è profondo 13. È stato scelto perché l’impatto con l’asteroide che lo ha generato potrebbe aver scavato abbastanza a fondo nella crosta lunare da portare in superficie il mantello, rivelando rocce non visibili direttamente in altre parti del pianeta.
Ma essere dall’altra parte della Luna significa anche non poter comunicare con la Terra direttamente. Il lander e il suo rover saranno dietro l’orizzonte, quindi per spedire foto e dati scientifici faranno affidamento sul satellite Queqiao lanciato a maggio e sistemato su un’orbita detta “halo”, che gli permette di ‘vedere’ sia loro che la Terra, e fare così da ponte radio.

Missione pionieristica
Chang’e 4 è la prima missione dopo lo storico allunaggio del 2013, che ha portato sulla Luna il primo rover cinese. Chang’e-3 e il rover Yutu (coniglio di giada), hanno scritto il primo capitolo dell’esplorazione lunare dopo quasi 40 anni dall’ultima sonda che si era appoggiata sulla superficie, la sovietica Luna 24.

Oltre ad arrivare dove nessuna missione, americana, europea o sovietica ha mai osato prima, Chang’e 4 avrà la possibilità di compiere esperimenti inediti. Il cielo dal “dark side” infatti è schermato da qualsiasi segnale radio proveniente dalla Terra. Sgombro da questo inquinamento elettromagnetico, potrà eseguire osservazioni nelle lunghezze d’onda radio a bassa frequenza.

Il rover si guarderà intorno, esplorerà la superficie, la topografia e le sue caratteristiche, assieme al lander che, con i suoi sette strumenti, analizzerà la composizione delle rocce per rivelare nuovi indizi per comprendere la formazione del nostro satellite naturale. Alcuni degli strumenti sono stati sviluppati e realizzati in Europa da Germania, Svezia e Olanda.
Uno degli esperimenti più interessanti riguarda . Chang’e 4 porta con sé, secondo quanto divulgato nei mesi scorsi dall’agenzia stampa cinese Xinhua, una piccola biosfera all’interno dalla quale si trovano semi di patata, una pianta da fiore (Arabidopsis) e uova di bachi da seta.

I dettagli sugli obiettivi della missione sono stati pubblicati in un recente studio sulla rivista Planetary and Space Science dal gruppo di Yingzhuo Jia, dell’Università dell’Accademia delle scienze cinese a Pechino.[fonte]