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Il foro nel laboratorio spaziale, che ha causato perdita di pressione, sarebbe stato fatto con un trapano. L’ipotesi più verosimile riguarda un errore a terra in fase di costruzione. Ma il direttore del Roscosmos non esclude nulla: “Atto forse deliberato”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualcuno ha ‘bucato’ con un trapano la navetta russa Soyuz, attraccata alla Stazione spaziale internazionale, e l’Agenzia spaziale russa non esclude che possa trattarsi di un sabotaggio. Secondo quanto dichiarato dal direttore generale del Roscosmos, potrebbe essere avvenuto addirittura in orbita per mano di un astronauta.




Il foro, largo un paio di millimetri, è stato la causa della perdita di pressione che nei giorni scorsi ha fatto preoccupare per l’incolumità dell’equipaggio sulla Iss, ma subito riparato. Non si tratterebbe di un micrometeorite, come inizialmente ipotizzato dalla Nasa, ma di un buco praticato dall’interno. La foto del danno mostra chiaramente la falla, un buco circolare nella parete interna del modulo russo. L’allarme è scattato il 30 agosto per la diminuzione della pressione del laboratorio spaziale.
 

Tra le ipotesi al vaglio della commissione di indagine istituita dall’agenzia spaziale di Mosca (Roscosmos) c’è quella di un atto di negligenza in fase di costruzione o di test. Fonti anonime all’interno della compagnia aerospaziale russa RKK Energija, hanno rivelato all’agenzia di stampa RIA Novosti che il danno è stato provocato a terra e che la persona responsabile è già stata identificata. Il foro sarebbe stato praticato, forse accidentalmente, da un lavoratore della Energia (l’azienda responsabile della costruzione delle navette Soyuz e Proton) che lo avrebbe sigillato con della colla e mascherato con del tessuto. Dopo due mesi nello spazio, la colla si è asciugata, il ‘tappo’ sarebbe saltato e in questo modo l’aria ha cominciato a uscire.
 
Ma l’Agenzia spaziale russa non esclude ancora nulla, arrivando a ipotizzare addirittura che la mano che teneva il trapano possa essere quella di un astronauta. Come riportano diverse agenzie di stampa, in un’intervista televisiva il direttore del Roscosmos Dmitry Rogozin ha spiegato che “ci sono stati diversi tentativi di trapanare” condotti da una “mano incerta”. E che trovare il colpevole è una “questione d’onore”.

Forse anche per questo, si spinge a una dichiarazione quasi sconvolgente che sposta la mira dalla grande compagnia russa a una misteriosa azione di sabotaggio spaziale: “Stiamo verificando l’ipotesi che sia stato fatto a terra – ha aggiunto Rogozin – ma c’è un’altra versione che non escludiamo: un’azione di disturbo nello spazio”. Una ipotesi che, per ora, non ha riscontri se non nelle parole del numero uno di Roscosmos.
Fortunatamente, il foro è sul modulo orbitale che si staccherà dalla Soyuz al momento di rientrare a Terra. Non dovrebbero esserci dunque rischi per gli astronauti, sigillati al sicuro nella navetta che li dovrebbe riportare a Terra.[Fonte]