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Nei piani di Elon Musk, fondatore di Space X, porterà i futuri astronauti di nuovo sulla Luna. E forse anche su Marte

 Foto: SpaceX Falcon Heavy – Credits: JIM WATSON/AFP/Getty Images
Foto: SpaceX Falcon Heavy – Credits: JIM WATSON/AFP/Getty Images

Il razzo più potente del mondo, il Falcon Heavy, sta per essere lanciato per il suo primo test nello spazio.

Alle 17,30 del 6 gennaio, dalla base spaziale di Cape Canaveral, in Florida, si staccherà da terra l’immenso velivolo progettato e costruito da Space X, l’azienda aerospaziale del magnate Elon Musk (già patron delle auto elettriche Tesla), e se tutto andrà a buon fine segnerà un’altra pietra miliare nella conquista dell’uomo nello spazio.

Falcon Heavy, questo è l’intento di Space X, potrebbe diventare infatti il vettore che manderà i futuri astronauti di nuovo sulla Luna e forse anche su Marte. “La Nasa potrebbe decidere di impiegarlo per le annunciate missioni umane sul nostro satellite e sul pianeta rosso” ha dichiarato Erik Seedhouse, professore di scienza applicata all’aviazione presso la Embry-Riddle Aeronautical University.



La sua ingente forza di spinta consente infatti di portare nello spazio, ben al di là dell’orbita terrestre, un notevole carico di materiale, circa 64 tonnellate: in una futura eventuale missione interplanetaria con equipaggio, consentirà di spedire lassù le vettovaglie necessarie per il viaggio.
Il lancio di prova

A bordo del razzo, per il primo test, non ci sarà nessuno. Il Falcon trasporterà però un manichino, vestito con una futuristica tuta spaziale, seduto (e con la cintura di sicurezza allacciata) a bordo della Tesla rosso ciliegia appartenente a Elon Musk in persona.

Il fondatore di SpaceX ha inoltre dichiarato che per tutto il viaggio l’autoradio suonerà la canzone Space Oddity di David Bowie.
Un’auto nello spazio

Ma che fine farà la vettura e il manichino al suo interno? Se non ci saranno intoppi si collocherà in un’orbita ellittica (cioè della stessa forma di quella dei pianeti e altri corpi celesti) intorno al Sole, che la porterà molto vicino a Marte. “C’è una piccola, piccolissima probabilità che l’auto sia catturata dalla gravità del pianeta rosso e precipiti al suolo” ha dichiarato lo stesso Musk.

Sarebbe il primo crash test di una vettura su un altro mondo. Prima però la Tesla, una volta staccatasi dal Falcon, dovrà superare la fascia di Van Allen, una “cintura” di particelle cariche che avvolgono la Terra e trattenute tra i mille e cinquemila chilometri di quota dal campo magnetico del nostro pianeta.

Se l’auto uscirà indenne dal bombardamento di queste particelle elettriche, che durerà per sei ore, allora si posizionerà nell’orbita prestabilita e inizierà la sua corsa verso Marte.

I tre vettori di spinta che l’accompagneranno fino alla soglia dello spazio extraterrestre ritorneranno invece indietro, atterrando verticalmente sulla Terra e pronti a essere riutilizzati.

La caratteristica vincente del Falcon, oltre alla sua potenza, è infatti la possibilità di essere riciclato per altri voli.

SpaceX è stata pioniera in questo ambito e già lo scorso anno ha lanciato con successo il Falcon 9, un razzo più piccolo ma che è stato in grado di andare nello spazio e tornare indietro, primo nella storia, mettendo anche in orbita un satellite spia.
Com’è fatto il razzo

Il mastodontico Falcon Heavy è essenzialmente costituito da tre vettori Falcon 9, così da avere a disposizione ben 27 motori. In grado di fornire una spinta al decollo pari a tre milioni di chilogrammi, l’equivalente di diciotto Boeing 747.

È alto in tutto settanta metri ed è al momento il vettore in circolazione più potente. Prima di lui, solo il Saturno V, quello che ha mandato gli astronauti sulla Luna, e il razzo russo Energia (si legge col gh) usato appena due volte prima del crollo dell’Urss, lo hanno superato. Ma non erano riutilizzabili. E proprio per questo SpaceX, sempre se il test andrà a buon fine, è in pole position per la prossima corsa allo spazio: il razzo rivale che sta costruendo la Nasa ha infatti costi elevatissimi e non si sa nemmeno se vedrà mai la luce, tanto i lavori sono indietro.
E se il lancio fallisse?

Ammette lo stesso Musk che la possibilità “di un’esplosione alla partenza non è remota”. Ma l’azienda l’anno scorso ha effettuato più lanci di qualsiasi altra compagnia, privata o ente pubblico, e “ogni fallimento ci ha rimesso in pista più forti che prima”.

Il progetto è infatti iniziato nel 2011, quando nessuno credeva che SpaceX avesse le risorse per poter superare la Nasa in tempistiche e abilità, ma di fatto coi razzi riciclati l’ha surclassata. Non sarà un incidente di percorso a frenare l’ambizioso piano di Musk e soci.[fonte]

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