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L’allarme è stato scatenato da un’immagine pubblicata dalla Nasa, che ha fatto pensare all’incombente arrivo di una mini era glaciale.

Sono le conclusioni a cui sono arrivati degli scienziati dopo aver analizzato alcune macchie sulla superficie del Sole, macchie che sono scomparse.

Inoltre, hanno notato che la superficie solare, rispetto alla consueta volatilità, sia relativamente calma.

È la quarta volta, nel 2016, in cui la superficie appare liscia: gli esperti sostengono che l’attività solare sia diminuita più rapidamente che in qualsiasi altro momento nel corso degli ultimi 10mila anni, e che il punto più basso dovrebbe essere raggiunto nel 2019, l’anno della temuta era glaciale.

Paul Dorian, un meteorologo, sostiene che i segni siano inequivocabili: «È giusto dire che l’attività solare debole per un periodo prolungato di tempo può avere un impatto sul raffreddamento della troposfera, lo strato inferiore dell’atmosfera terrestre, in cui tutti viviamo».

La Terra, dunque, sarebbe in procinto di entrare in una fase fredda. L’ultimo precedente risale al 15esimo secolo, quando le macchie solari sparirono a un ritmo sostenuto come quello attuale.

La teoria di Dorian, inoltre, è confermata da una ricerca della Northumbria University, che prevede un’ondata di freddo sulla Terra tra il 2020 e il 2050.

La responsabile del team, Valentina Zharkov, ha spiegato: «Sono assolutamente fiduciosa nella nostra ricerca. Si basa su un buon background matematico e dati affidabili. I nostri risultati possono essere ottenuti da qualsiasi ricercatore e dati simili sono disponibili in molti osservatori solari».

La rivista Focus.it ha pubblicato però delle precisazioni a tale fenomeno. Innanzitutto previsioni sull’attività di rallentamento del Sole erano state già fatte dalla Nasa e da altri enti scientifici, in secondo luogo lo studio della Zharkova si riferisce all’attività solare e non al cambiamento climatico come è stato riportato dai media. In ogni caso la riduzione dell’attività del Sole non provocherà un’era glaciale (che condurrebbe alla fine del mondo), ma qualora si verificasse porterebbe inverni più rigidi per circa 3 cicli solari, ossia 30 anni. Questa previsione si potrebbe verificare nel 2030, ma “previsioni a lungo termine di un fenomeno così complesso come il clima e l’interazione clima-Sole difficilmente porteranno a conclusioni sicure“.

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