letto da: 558
0 0
Tempo lettura articolo:3 Minuti, 34 Secondi

Lancio e manovre da manuale per la missione ExoMars: la sonda europea ha iniziato al meglio il suo viaggio verso Marte. Nicolò D’Amico, presidente INAF: «C’è molto INAF in questa missione, e sono convinto che le nostre ricercatrici e i nostri ricercatori saranno protagonisti e potranno svelare alcuni dei segreti che il Pianeta rosso ancora conserva»

La prima delle due missioni ExoMars, frutto di una collaborazione tra Agenzia Spaziale Europea e Roscosmos, ha intrapreso il lungo volo che tra sette mesi la porterà a Marte, dove inizierà le sue indagini alla ricerca di attività geologica o addirittura biologica – presente o passata – sul Pianeta rosso.

«L’Europa e l’Italia sono di nuovo in viaggio verso Marte, questa volta con l’ambizioso obiettivo di raccogliere informazioni fondamentali sulla sua atmosfera e sulla sua superficie, per capire se il pianeta ha ospitato o, magari, ancora ospita forme di vita» dice Nicolò D’Amico, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. «C’è molto INAF in questa missione, e sono convinto che le nostre ricercatrici e i nostri ricercatori saranno protagonisti e potranno svelare alcuni dei segreti che il Pianeta rosso ancora conserva».

Il razzo Proton che ha portato ExoMars nello spazio si è staccato alle 10 e 31, ora italiana, della mattina di lunedì 14 marzo dal cosmodromo di Baikonour, in Kazakistan. Le successive fasi di separazione dei vari stadi si sono completate con successo e i primi segnali captati dalla base ASI di Malindi in Kenia e ricevuti al centro di controllo ESA di Darmstadt in Germania hanno confermato che il veicolo spaziale è completamente funzionante e sulla giusta rotta verso Marte.

A bordo del Trace Gas Orbiter (TGO), il veicolo spaziale che rimarrà in orbita attorno a Marte, e di Schiaparelli, il lander che si poserà sulla sua superficie, sono presenti strumenti scientifici che vedono un fondamentale contributo italiano, sia dal punto di vista scientifico con l’Istituto Nazionale di Astrofisica e altri centri di ricerca e Università, sia dal punto di vista tecnologico e industriale, con Thales Alenia Space Italia alla guida della progettazione di entrambe le missioni ExoMars e il forte supporto fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana.

Il lander è stato ribattezzato Schiaparelli in onore di Giovanni Virginio Schiaparelli, astronomo italiano dell’Ottocento, celebre per le sue osservazioni di Marte. Tra gli strumenti a bordo c’è DREAMS (ovvero il Dust Characterisation, Risk Assessment, and Environment Analyser on the Martian Surface), la piccola stazione meteorologica frutto di una collaborazione tra INAF, ASI e CISAS di Padova che ha come principal investigator Francesca Esposito dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Capodimonte. «È un’emozione grandissima essere qui e poter assistere a un momento importantissimo per l’Europa ma soprattutto per l’Italia, grande protagonista di questa missione», ha commentato Esposito da Baikonour subito dopo il lancio. «Il nostro strumento DREAMS inizia oggi il suo entusiasmante viaggio verso Marte, la sua destinazione finale. In bocca al lupo DREAMS, in bocca al lupo ExoMars, in bocca al lupo Italia!»

La partecipazione scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica alla missione Exomars 2016 vede anche Giancarlo Bellucci, dell’INAF-IAPS, come co-principal investigator dello strumento NOMAD dedicato all’analisi della composizione chimica dell’atmosfera e Gabriele Cremonese, dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Padova, come co-principal investigator di CaSSIS, una camera stereoscopica per riprese tridimensionali della superficie di Marte. Entrambi questi strumenti sono collocati a bordo di TGO. Il contributo italiano alla missione è completato dagli strumenti AMELIA e INRRI nel lander Schiaparelli, a guida rispettivamente dell’Università di Padova e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ed entrambi forniti dall’ASI.

L’arrivo di ExoMars a Marte è previsto per il 16 ottobre 2016: una volta in orbita il lander Schiaparelli si staccherà dal Trace Gas Orbiter e scenderà sul pianeta, per iniziare le sue misurazioni che dureranno alcuni giorni, fino all’esaurimento delle batterie.[fonte]

Lascia un commento