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Cosa cercava realmente l’hacker scozzese nei computer delle agenzie governative americane? “Ero convinto, e c’erano buoni motivi per esserlo, che alcune agenzie governative di intelligence avessero avuto accesso a tecnologia extraterrestre”

Nel 1964, la Ranger 7 fu la prima sonda inviata dagli Stati Uniti per l’esplorazione lunare, segnando l’inizio di una nuova era spaziale.

La sonda, costruita principalmente per scattare fotografie ad alta risoluzione della Luna, trasmise 4316 fotografie.

Le immagini mostravano il volto di un mondo fino ad allora sconosciuto, premessa fondamentale per la futura esplorazione umana del satellite terrestre.

Ma esistono fotografie che non sono state mostrate? Secondo Jason Martell, autore di “L’Apocalisse della Conoscenza”, anche se non se ne parla mai, ci sarebbero immagini scattate da Ranger 7 non mostrate al pubblico nelle quali figurerebbero strutture artificiali sulla superficie della Luna.

Secondo i ricercatori alternativi, queste supposizioni sono supportate dalle scoperte di un uomo che agli inizi del 2000 si è conquistato gli onori della cronaca: Gary McKinnon, anche noto come “Solo”, un programmatore e hacker britannico.

Nel marzo del 2002, McKinnon veniva arrestato dagli agenti di Scotland Yard nel suo squallido appartamento in Wood Green, zona nord di Londra. L’accusa era di aver violato 97 sistemi informatici, tra computer militari e della Nasa, scaricando dati segretati, tra cui informazioni altamente classificate sulla strage dell’11 settembre.

La rete di computer che è accusato di aver penetrato include reti possedute dalla NASA, dallo US Army, US Navy, dipartimento della difesa e della Forza Aerea degli Stati Uniti, oltre ad un sistema appartenente al Pentagono.

Come riporta il profilo di McKinnon tracciato sul sito della BBC, se la richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti fosse stata accettata, l’hacker avrebbe potuto ottenere una condanna fino a 70 di carcere. Quello di McKinnon è stato definito il più grande attacco ai sistemi informatici americani.

Ma che cosa ha realmente cercava l’hacker nei computer delle agenzie governative americane? “Ero convinto, e c’erano buoni motivi per esserlo, che alcune agenzie governative di intelligence avessero avuto accesso a tecnologia extraterrestre”, dice McKinnon alla BBC. “Questa tecnologia potrebbe offrire energia libera e pulita all’umanità. Ho pensato esserne in possesso e tenerla nascosta, fosse incostituzionale secondo il diritto americano. Io non sono un criminale, mi ero imbarcato in una crociata morale”.

Durante la frequentazione degli archivi, McKinnon si sarebbe imbattuto in alcune prove decisive. “Ho trovato una foto in alta definizione di un oggetto di grandi dimensioni a forma di sigaro sopra l’emisfero settentrionale. Ero così scioccato dalla foto che non ho potuto salvarla subito. La dimensione del file erano così grande che era difficile vederlo in Risorse del computer. Alla fine ho perso la connessione, e la foto”.

McKinnon pare sia riuscito ad avere accesso anche ai file riservati della US Space Command, scoprendo diverse procedure, tra le quali il ‘trasferimento squadrone’ relativo a ufficiali ‘non-terrestri’.

“Ho trovato una lista di nomi di funzionari … sotto la dicitura ‘ufficiali non terrestri’ cosi era descritto nel titolo del file. Questo non significa che trattasi di omini verdi. Quello che penso è che vuol dire che le loro basi non sono qui sulla terra”, spiega McKinnon.

“Ho anche trovato una lista di ‘trasferimenti da flotta a flotta’, e una lista di nomi di navi spaziali. Ho fatto una ricerca. C’erano i nomi di navi della marina militare, quindi nello spazio viene tutto gestito dalla Marina degli USA. Quello che ho visto mi ha fatto credere che la stessa marina deve avere un qualche tipo di astronave”.

Solleticato dalle dichiarazioni di McKinnon, qualcuno è andato a pescare una singolare affermazione dell’ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan riportata nel suo diario personale pubblicato nel libro “The Reagan Diaries”, che confermerebbe le ipotesi dell’hacker scozzese. Così scrive l’ex presidente nell’appunto dell’11 luglio 1985:

«Il pranzo con cinque eminenti scienziati spaziali è stato affascinante. Lo spazio è davvero l’ultima frontiera e alcuni degli sviluppi in astronomia sembrano appartenere alla fantascienza, ma sono reali. Ho imparato che la capacità della nostra navetta è tale che si potrebbe potrebbe portare in orbita almeno 300 persone.

Il nostro Space Shuttle può trasportare fino a otto passeggeri, e ne sono stati costruiti solo cinque. Anche a pieno carico di queste cinque navette e l’invio di tutti gli equipaggi nello spazio messi insieme, non avremmo mai potuto raggiungere il numero di 300 passeggeri».

Le parole di Reagan farebbero pensare all’esistenza di un programma segreto per lo sviluppo di astronavi capaci di portare interi contingenti militari in orbita, una sorta di traghetto spaziale Terra-Luna. È noto che negli anni ’60 gli Stati Uniti avessero progettato la costruzione di un avamposto militare con equipaggio destinato a proteggere i potenziali interessi degli Stati Uniti sulla Luna, il cosiddetto Project Horizon.

Alla conferenza della Infosecurity Europe 2006 tenutasi a Londra il 27 aprile 2006, McKinnon apparve nella sezione Hackers’ Panel. Quando gli venne domandato come siano state scoperte le sue intrusioni, McKinnon rispose che si era sbagliato nel calcolo della fascia oraria: stava usando del software di controllo-remoto per operare un computer basato sul sistema Windows mentre il proprietario stava seduto in fronte ad esso.

McKinnon ha ammesso in molte dichiarazioni pubbliche di aver goduto di accesso non autorizzato a sistemi di computer negli USA includendo quelli specificamente menzionati nelle accuse legali americane. L’hacker si è difeso dicendo che la sua motivazione era cercare una prova dell’esistenza degli UFO e disse di sapere come certo che i militari americani nascondessero la tecnologia dell’antigravità e che il governo USA stasse cercando di sopprimere la diffusione della “Free Energy”.

Dopo una tormentosa vicenda giudiziaria, il 16 ottobre 2012 Theresa May, Sottosegretario di Stato per gli Affari Interni del Regno Unito, ha respinto la richiesta di estradizione avanzata dalle autorità statunitensi circa 10 anni fa. Alla base della decisione ci sono appunto le precarie condizioni fisiche del quarantaseienne scozzese.[fonte]

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