Una domanda postata da Nick Pope sul suo account di FB riapre una lunga querelle su questa fase di apertura riguardo gli UFO. L’ex investigatore del Ministero della Difesa britannico, che ama paragonarsi al celebre personaggio di X-Files Fox Mulder, tra il serio e il faceto ha infatti chiesto ai suoi follower:«Se certi elementi all’interno dei servizi segreti americani stanno promuovendo la narrativa sugli UFO, lo fanno perché: a) credono nelle visite aliene; b) la stanno usando per coprire tecnologia di progetti top-secret; c) stanno usando la materia ufologica per testare come si influenza la società; d) stanno perseguendo altri secondi fini.» Che dire, bella domanda, sulla quale ogni appassionato del settore, ma anche ogni ricercatore, si dovrebbe confrontare.
La questione provocatoriamente messa in tavola da Pope è quanto mai di attualità, visto il numero di esponenti del mondo dell’intelligence USA che si sono fatti promotori di una politica di trasparenza sull’ argomento- sebbene per decenni proprio i servizi segreti di mezzo mondo non solo lo abbiano insabbiato, ma anche mistificato e negato. In cima all’elenco c’è il nome più noto: quello di Luis Elizondo, ex direttore del programma segreto sostenuto con fondi neri dal Senato e volto a studiare le cosiddette minacce aerospaziali (ennesimo nome alternativo per evitare il termine UFO). Ma la lista degli ex agenti o ex funzionari governativi interessati al tema è piuttosto lunga e comprende anche personalità del calibro di Christopher Mellon (già consigliere per l’Intelligence delle amministrazioni Clinton e Bush figlio), Jim Semivan (figura di spicco della CIA), John Brennan (che della Central Intelligence Agency è stato direttore). Tutti si dicono convinti non solo che bisogna far chiarezza sugli oggetti misteriosi avvistati in cielo e in mare dal personale militare statunitense, ma anche che sull’argomento si deve mettere a conoscenza l’opinione pubblica.
La domanda sorge spontanea: cui prodest? A chi giova un’apertura del genere su un tema tanto delicato- comunque lo si voglia vedere- e compromettente per governi e forze armate? Tre i possibili scenari: 1) quegli intrusi sono progetti ultrasegreti portati avanti da laboratori americani di cui (forse) nemmeno l’inquilino della Casa Bianca è al corrente e di cui solo un ridottissimo numero di persone, espressione di una lobby di potere militare ed economica, conosce l’esistenza; 2) quegli intrusi sono prodotti da Paesi antagonisti degli Stati Uniti, come Russia o Cina, che con un balzo sorprendente hanno colmato il gap tecnologico che li separava da Washington e stanno surclassando i jet militari più avanzati al mondo con performance pazzesche; 3) quegli intrusi non sono roba nostra, ma di qualcun altro che va e viene a proprio piacimento dal nostro pianeta o che lo abita a nostra insaputa in condivisione con noi. Tre possibili scenari, tutti e tre con pesantissime implicazioni.
Gli UAP potrebbero dunque essere un’arma segreta americana, con una tecnologia che va ben oltre ciò che è ufficialmente noto, opportunamente ammantata di mistero e di fantasia per restare nell’ombra. Una strategia dichiarata alcuni anni fa quando la CIA, con un tweet, si assunse la responsabilità di tutti gli strani avvistamenti segnalati negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. “Eravamo noi”, hanno cinguettato, soddisfatti di aver ingannato tutti: non erano UFO, ma gli aerei spia U-2. In tempi più recenti, ad essere scambiati per oggetti volanti non identificati potrebbero essere stati i velivoli futuristici del progetto Aurora o altri ancora più avanzati. Possibilità assolutamente credibile, con però alcuni punti deboli. Innanzitutto, qualsiasi tecnologia sperimentale lo rimane per un certo periodo di tempo, quello necessario per essere perfezionata, ma poi diventata tecnologia in uso- prima militare, poi in ambito civile. È stato così per il transistor, il laser, Internet, il GPS…Ma non in questo caso: quei mezzi straordinari che sfidano e vincono le leggi della fisica se ne stanno chiusi nei loro laboratori da decenni, inutilizzati in teatri di guerra dove risulterebbero imbattibili e quindi assai utili.
Ogni tanto, però, fanno capolino qua e là per il mondo giusto per vedere l’effetto che producono sugli ignari osservatori e già che ci sono si palesano sopra installazioni militari, in spazi aerei ristretti, durante esercitazioni aereo-navali (non esattamente i luoghi ideali per passare inosservati) per poi tornare a prendere polvere nei loro segretissimi hangar. Be’, dove sta l’utilità di questa esibizione? E a che serve avere simili meraviglie tecnologiche, avanti di secoli rispetto ai mezzi militari in uso, se non vengono sfruttati? Senza contare che se davvero il Congresso e i vertici dell’Amministrazione americana non sono al corrente che si tratta di industria aerospaziale USA altamente classificata, allora esiste davvero un deep state, uno stato nello stato, che decide e comanda al posto di chi viene democraticamente eletto. Situazione sgradevole da ammettere. Sempre che- ovviamente- non sia vero il contrario. Cioè che i servizi segreti abbiano fatto trapelare voci di inesistenti aerei sperimentali che volano a Mach 10 e di forma triangolare per giustificare le segnalazioni di velivoli sconosciuti dei quali non sanno rendere conto. Insomma, la leggenda dell’arma segreta viene utilizzata per nascondere l’ imbarazzante incapacità delle spie americane di identificare origine, natura e scopo di quei cosi ultra veloci.
Magari, costruiti proprio dai loro storici avversari. Pensate che beffa, se quei gioiellini avessero una targa – Made in Russia o Made in China- ben nascosta da qualche parte. Sarebbe uno smacco terribile, uno schiaffo in piena faccia, un colpo al cuore alla presunta superiorità yankee sul resto del mondo. Ma anche in questo caso, non si capirebbe perché queste superpotenze non impiegano le conoscenze avanzate di cui sarebbero in possesso per imporre la loro leadership a livello globale. E poi, considerando che gli avvistamenti UFO si ripetono da oltre 80 anni, sempre con le medesime caratteristiche, dobbiamo immaginare che Mosca o Pechino fossero avanti anni luce tecnologicamente rispetto agli Stati Uniti già nella metà del secolo scorso? Perché allora rinunciare a diventare Paese egemone, in ogni ambito, e continuare a tenere tale know-how chiuso in un cassetto? Non dimentichiamo, poi, che anche i Russi hanno avuto la loro dose di incontri ravvicinati, con autorevoli testimoni tra i piloti militari e alti esponenti dell’esercito, e hanno spesso sospettato che gli UFO fossero roba americana. Insomma, dalle due parti della barricata si sono rimpallati la responsabilità. Che entrambi abbiano torto?
Rimarrebbe solo la terza ipotesi: la più disturbante, la più incredibile. Già, assolutamente assurdo immaginare che quegli oggetti non siano di questa Terra, come a mezza voce qualche gola profonda delle agenzie sembra aver sussurrato. Eppure, per quanto assurda, sembra la strada che ora sta battendo la politica, specie alla luce di quanto la Commissione Intelligence del Senato americano ha chiesto al Pentagono: di indagare di più, di indagare meglio e soprattutto di escludere dal campo di studio gli oggetti di spiegazione convenzionale per concentrarsi solo su quelli effettivamente non comprensibili. Insomma, chiede di distinguere tra quello che è terrestre da quello che non lo è. E a non esserlo, sarebbero quei mezzi definiti transmediali in quanto in grado di muoversi con accelerazioni eccezionali e manovre impossibili tanto nell’atmosfera quanto nell’oceano. Infatti, nel progetto di legge troviamo scritto che “le minacce alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti nell’ambito incrociato transmediale si stanno espandendo esponenzialmente”. I senatori appaiono sinceramente preoccupati. Li capiamo: scoprire di non essere gli unici abitanti del pianeta- e nemmeno i più intelligenti– sarebbe uno choc duro da superare.
Forse allora i servizi segreti stanno rilasciando- col contagocce- informazioni sempre più sconcertanti per abituarci un po’ per volta all’idea che non siamo soli e che non lo siamo mai stati? Quel programma di acclimatamento, iniziato il secolo scorso con la complicità di Hollywood, ha semplicemente subito un’accelerata? O siamo nel bel mezzo dell’ennesimo esperimento sociale su scala globale? Le emergenze- vere o fittizie- degli ultimi anni ci hanno predisposto all’accettazione supina di tutto ciò che viene ripetuto abbastanza frequentemente dai mezzi di informazione, usati come cassa di risonanza da chi tiene la leva del potere. Verità incontestabili- pena l’isolamento sociale o la pubblica gogna mediatica- alle quali tutti sembrano credere aprioristicamente senza bisogno di verifiche. Ci siamo talmente abituati a limitazioni del pensiero critico e della libertà personale che siamo noi stessi a invocare misure più strette, se esse vengono allentate, o a giustificarle nella loro assurdità e contraddittorietà. Fino a ieri ci stordivano con l’invito pressante di lavarci le mani per almeno due minuti di fila 10 volte al giorno, adesso gli stessi ci chiedono di rinunciare a doccia e sciacquone- sempre in nome di un bene superiore, nel frattempo cambiato- e noi obbediamo senza fare domande.
Se ci impongono di abbassare i termosifoni, ci sono i leoni della tastiera che promettono di tenerli spenti e che patiranno felicemente il freddo per una giusta causa. Se ci dicono che l’età dell’abbondanza è finita e che bisogna prepararsi a sacrifici e rinunce, c’è chi gioisce perché si ritorna finalmente all’essenziale o perché un solo pasto al giorno fa bene alla salute e le basse temperature fanno dimagrire. Se la premier del Regno Unito afferma che non esiterà a far esplodere una guerra nucleare per difendere la democrazia, non solo nessuno dei suoi alleati apre la bocca per tacitarla, ma addirittura scrosciano gli applausi. Ecco a che punto siamo arrivati. La prossima emergenza sarà per caso una minaccia aliena, ennesimo alibi per imporre regole coercitive che in condizioni normali qualsiasi persona sana di mente rifiuterebbe indignata? Bè, se così fosse contemplato nelll’agenda di chi sta cercando di cambiare le regole del gioco, nessuno meglio dei servizi segreti potrebbe operare per il raggiungimento dello scopo.
Incominciare a far circolare video, testimonianze e dati ufficiali a dimostrazione dell’esistenza di una minacciosa realtà extra umana sarebbe solo la prima mossa. Lo scacco matto- rivelano i sostenitori della teoria del Progetto Blue Beam- sarà la realizzazione di una finta invasione aliena, con l’uso di realtà virtuale, ologrammi e proiezioni in 3d. Un’eventualità parecchio fantasiosa, è vero, ma neanche poi tanto. Pensateci: se appena qualche anno fa vi avessero detto che vi avrebbero confinati in casa per settimane, impedendovi persino di fare una passeggiata, obbligandovi a indossare perennemente una maschera facciale, vietandovi i contatti umani per via di un pericoloso virus per il quale però non avrebbero consentito le cure, imponendovi un farmaco dagli effetti collaterali non noti, pena l’ostracismo sociale, la perdita della vostra dignità personale e dei diritti costituzionali in caso di rifiuto, voi ci avreste creduto? Io no. E invece…
Ma allora, tornando alla provocazione di Nick Pope, per quale motivo alcuni nomi di peso dei servizi segreti statunitensi stanno portando avanti il discorso sugli UFO? Perché credono all’esistenza degli Alieni? Forse. Per quanto nessuno di loro, almeno pubblicamente, abbia mai osato accostare il termine extraterrestre a queste incognite che volano nei nostri cieli. Oppure perché non vogliono far scoprire i prototipi sperimentali di ultima generazione? Forse. Anche se con risultati deludenti. Magari permettere alla prova l’opinione pubblica? Forse. Tuttavia essa ha già dimostrato di essere facilmente manipolabile. Allora per attuare un’agenda tenuta nascosta alla popolazione mondiale? Forse. Sebbene la percezione che qualcosa di poco chiaro sia in corso d’opera è sempre più diffusa. Oppure- buttiamo lì una lettera “e” che l’investigatore inglese non ha contemplato- questi esponenti dell’Intelligence USA potrebbero essere schegge impazzite, bug del sistema, errori nella Matrix in cui siamo immersi e che stanno facendo trasparire una realtà decisamente alternativa rispetto a quella che abbiamo finora ritenuto vera. O ancora, più ingenuamente, sono solo persone che nella loro attività lavorativa hanno visto, sentito e saputo cose che noi non possiamo neanche immaginare: verità scomode e gravose che a un certo punto della loro vita hanno deciso di condividere, mossi magari da un rimorso di coscienza. Chissà.[Fonte]