Delle 23 segnalazioni di «oggetti volanti non identificati», raccolte e catalogate negli ultimi cinque anni dal Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica Militare, quello avvenuto a Corio Canavese – dove la notte del 6 giugno 2018 centinaia di persone videro una grande palla luminosa in cielo inseguita da due aerei, avvertendo un frastuono terrificante – è l’unico evento «non classificato come Ovni», poiché «dall’analisi dei dati registrati dagli enti della difesa aerea, è stata evidenziata la presenza di una traccia corrispondente ad un velivolo militare, in transito per una missione addestrativa».
Ma, il mistero continua. Perché nella nota non si parla del secondo velivolo e della palla di luce che videro centinaia di persone. L’altro giorno i vertici del Mufon (The Mutual Ufo Network) che stanno investigando sull’evento hanno raggiunto Corio, dove hanno incontrato la sindaca Susanna Costa Frola e relazionato sulla loro attività. Hanno pure acquisito due nuove fotografie di quella sera, soprattutto dell’oggetto luminoso su un crinale che, secondo diversi testimoni (molti di loro si presentarono spontaneamente dai carabinieri per raccontare quello che avevano visto), aveva preceduto l’arrivo dei due tornado, che sembravano inseguirlo a bassissima quota, tanto da fare vibrare i vetri delle finestre.
Gli specialisti hanno anche visionato i filmati girati dalla videocamera sistemata proprio da loro, in seguito al misterioso avvistamento, sul tetto del municipio di Corio da dove scandaglia il cielo 24 ore su 24. «Comunque prima di esprimerci dobbiamo verificare bene le foto – avverte Costantino Carraro, il vice presidente di Mufon Italia – dobbiamo avere in mano dei dati certi sulla genuinità dello scatto e poi vedremo».
«Diciamoci la verità, quella sera nel cielo di Corio c’era qualcosa che non doveva esserci, questo credo sia chiaro a tutti – taglia corto Edoardo Russo, il direttore nazionale del Mufon – a cominciare dall’intensa luce che in tanti hanno visto. E, probabilmente, c’erano pure dei caccia francesi».
Supposizioni, fino ad ora, ne sono state avanzate diverse e all’epoca culminarono addirittura con un’interrogazione parlamentare che chiedeva il resoconto delle intercettazioni dei radar dell’aeroporto di Caselle e un’indagine della Procura di Ivrea, innescata proprio dalle deposizioni di decine di testimoni.
Ma, intanto, restano tanti punti interrogativi. Come quelli che aleggiano intorno a delle altre luci misteriose viste e addirittura filmate da qualcuno sopra le montagne di Lanzo e Coassolo. Corpi sferici e luminosi, ma non irradianti, che hanno già innescato il dibattito sui social con pareri contrastanti e le congetture più diverse.[Fonte]