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(Credits: Nasa)

Grande quanto un grattacielo, il 10 agosto passerà a 7,5 milioni di km dal nostro Pianeta. È classificato come “potenzialmente pericoloso” ma gli esperti rassicurano: nessun pericolo reale

C’E’ un asteroide “potenzialmente pericoloso” che si sta avvicinando alla Terra. A dire il vero sono almeno un paio ma, a dispetto della loro definizione, non significa che siamo in pericolo: nessuna Apocalisse in arrivo. L’asteroide grosso come un grattacielo, chiamato 2006 QQ23, ‘sfiorerà’ il nostro Pianeta il 10 agosto passando in realtà a distanza di sicurezza, anche se è classificato come potential hazardous object. Lo stesso copione si ripeterà il 26 luglio con 2010 PK9. E anche se non ce ne siamo accorti, un altro piccolo visitatore ci ha appena salutati attorno alle tre di questo pomeriggio.

“Alle 15.31 ora italiana è passato 2019 OD – spiega Gianluca Masi, astrofisico responsabile del Virtualtelescope project – ha un diametro tra i 50 e i 120 metri. Più grande della meteora che esplose su Chelyabinsk. Il passaggio è ravvicinato, entro l’orbita della Luna, a circa 370.000 chilometri”. Dunque, è transitato proprio a due passi ma senza destare alcun allarme.

Diciannove volte più lontano della Luna

È conosciuto da 13 anni, 2006 QQ23. Misura tra i 250 e i 570 metri, come un grattacielo. Quindi se dovesse colpire il nostro Pianeta potrebbe causare una catastrofe di livello continentale. Nel momento in cui sarà più vicino alla Terra si troverà a più di 7 milioni e 400 mila chilometri di distanza. Per fare un paragone, la Luna (380.000 chilometri da noi) è 19 volte più vicina: “È interessante che questo oggetto abbia attirato l’attenzione – riflette Masi – perché non ha nulla di stravagante nelle sue caratteristiche. Passerà a una distanza che ci lascia tranquillissimi, l’unica coincidenza è quella con la notte di San Lorenzo, ma comunque l’asteroide non sarà visibile nei celi dell’emisfero settentrionale, perché transiterà vicino al Polo Sud celeste”.

Nessun pericolo dunque (tanto meno nessun allarme diffuso dalla Nasa, che si limita a citare la classificazione dell’asteroide senza fare, mai, riferimento a un possibile impatto). Oltre a 2006 QQ23, proprio in queste settimane il traffico sopra le nostre teste sarà piuttosto intenso: “Un altro classificabile come ‘potenzialmente pericoloso’, 2010 PK9, passerà il 26 luglio a poco più di tre milioni di chilometri”, aggiunge Masi. Transiterà a una velocità di quasi 60.000 chilometri all’ora.

Perché ”potenzialmente pericolosi”

E allora perché vengono chiamati di “potenzialmente pericolosi”? La definizione (la Nasa spiega tutto in una pagina dedicata) non riguarda un passaggio in particolare. La risposta è nelle caratteristiche dell’orbita e della grandezza dell’asteroide: “Secondo la definizione che introdusse Brian Marsden nel 1995 e comunemente usata, gli asteroidi classificati come potenzialmente pericolosi sono quelli con un diametro di almeno 150 metri e che si avvicinano a meno di una certa distanza dalla Terra. Precisamente 0,5 unità astronomiche” spiega Masi. Una unità astronomica è la distanza Terra-Sole, circa 150 milioni di chilometri. Quindi parliamo di circa 7,5 milioni di chilometri come soglia per tenere gli occhi aperti.

Un impatto della violenza come quella che potrebbe provocare 2006 QQ23 avviene, statisticamente, ogni 200.000 anni. Ma non è mai tardi per prendere le dovute precauzioni, per esempio studiare come deviarne uno, nel caso puntasse dritto su di noi, come stanno per fare Nasa ed Esa. In tutto il mondo, reti di telescopi sorvegliano il cielo per individuare una possibile minaccia. I più grandi sono stati individuati praticamente tutti. Restano da scovare quelli di taglia più piccola (diciamo al di sopra dei 100 metri) il cui numero, stima la Nasa, si aggira attorno ai 5.000 e ne conosciamo appena un terzo. Come la meteora di Chelyabinsk, che comparve all’improvviso in pieno giorno e solo per fortuna non fece vittime.

In tutto, secondo il Minor planet center, sono cinque i transiti da qui al 10 agosto. Ma niente che possa, anche lontanamente, rischiare di precipitarci sopra la testa. Tanto meno farci fare la fine dei dinosauri.[Fonte]