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Illustrazione: la vela dispiegata della microsonda LightSail 2.|Planetary Society

La navicella spaziale LighSail 2, di Planetary Society, è pronta a partire per una missione dimostrativa della potenza del Sole come forza propulsiva di sonde di quel tipo: 5 kg di tecnologia impacchettata in un CubeSat grande pochi decimetri, partirà il 22 giugno 2019 a bordo di uno SpaceX Falcon Heavy dal Kennedy Space Center (Florida). Nello Spazio, LighSail 2 dispiegherà una vela solare che dovrebbe permetterle di prendere il volo per davvero grazie alla dolce spinta delle particelle solari, i fotoni.

Illustrazione: CubeSat, microsatelliti da pochi decimetri di lato. | Planetary Society

«Quarant’anni fa Carl Sagan ipotizzò che astronavi potessero essere spinte dalla forza del Sole, ed è quello che la Planetary Society sta provando a fare», afferma Bill Nye, dirigente della società interamente finanziata dagli oltre 50.000 appassionati soci. Se avrà successo, LightSail 2 sarà il primo veicolo spaziale a sollevare la sua orbita utilizzando solamente la luce della nostra stella. La luce, o meglio i fotoni che la compongono, non hanno una massa, ma una quantità di moto (ossia energia), che può essere trasferita ad altri oggetti: la vela solare sfrutta questo principio.

È un sistema differente da quello delle micronavi a propulsione laser, di cui abbiamo parlato recentemente, anch’esse dotate di vele, spinte però dalla luce sparata da batterie di laser dalla Terra.

Illustrazione – La SpaceChip: una microsonda spinta dalla luce sparata da batterie di laser dalla Terra. | UCSB

Visibile dall’Italia. Quando arriverà alla sua prima orbita, e dopo alcuni giorni durante i quali saranno condotti numerosi test, la LighSail 2 inizierà la (lunga) fase di dispiegamento dei pannelli, delle strutture di sostegno e, infine, delle quattro porzioni della vela in polietilene tereftalato, sostanza leggerissima ed estremamente resistente, che avrà una superficie di 32 metri quadrati.

A quel punto la sonda si riorienterà per “prendere il vento” e spostarsi dalla prima orbita, a 720 chilometri di quota – dove la spinta dovrebbe essere superiore alla resistenza dell’atmosfera. Una curiosità: il riflesso sulla vela sarà visibile nel cielo notturno al di sotto di 42° di latitudine (per esempio al centro-sud d’Italia).

Verso lo Spazio. Planetary Society ha già lanciato due microsonde a vela solare: la prima missione, nel 2005, fallì per un problema del razzo che doveva portarla in orbita; la seconda, nel 2015, ebbe pieno successo, con le prime prove di dispiegamento della vela. Sono in molti a vedere in questa tecnologia ottime opportunità per portare sonde nel Sistema Solare con pochissimo carburante

Illustrazione: la sonda NEA Scout, della Nasa. | Nasa

Uno dei primi programmi importanti potrebbe essere quello della sonda NEA Scout, della Nasa, con il dispiegamento di una vela in prossimità della Luna, tra il 2020 e il 2021, per fare rotta verso un asteroide[Fonte]