Bezos, fondatore di Amazon e dell’agenzia spaziale Blue Origin, ha mostrato il progetto del lander per la Luna, per l’allunaggio di uomini e merci. Manca solo il razzo per portarlo fino a lì..
La parola d’ordine della nuova corsa alla Luna è andare per restarci. In questa prospettiva, le agenzie spaziali nazionali e quelle private sono impegnate nei progetti delle infrastrutture necessarie all’impresa, come Blue Origin, che ha presentato il suo Blue Moon, un lander lunare progettato per la discesa sul nostro satellite con un carico di uomini e merci.
Jeff Bezos, proprietario di Blue Origin, del Washington Post e di Amazon, lo ha presentato con un discorso che ha rasentato il filantropico: «Un problema a davvero importante per l’umanità è che prima o poi esauriremo l’energia sulla Terra», ha dichiarato – e tra i possibili utenti dei servizi di Blue Origin non per nulla ci sono “soggetti” impegnati nella ricerca di nuove fonti di energia nel Sistema Solare.
Il lander nasce come ascensore per la Luna, per il trasporto di persone, anche se Blue Origin non ha un razzo lanciatore abbastanza potente da arrivare sulla Luna: l’unico razzo di Bezos, il New Shepard, è in grado di eseguire solo voli suborbitali.
Amici-Nemici. Nel 2021 Blue Origin dovrebbe debuttare con il New Glenn: un lanciatore potente, da 95 metri di altezza, quasi come il Saturn V della Nasa (quello delle missioni Apollo). A differenza del Saturn sarà riutilizzabile, ma probabilmente non abbastanza potente per lanciare una navicella verso la Luna.
Se la Nasa non arriverà a concludere il progetto dello Space Launch System (SLS), perennemente in ritardo, o se Bezos non dovesse modificare e potenziare il New Glenn, resterebbe una sola opzione per raggiungere la Luna in tempi forse brevi: il Falcon Heavy di Elon Musk (SpaceX, Tesla).
Nonostante i pesanti tagli al budget della Nasa, l’Amministrazione americana sta spingendo per un ritorno sulla Luna, così, forse, entro 5 anni potremmo assistere a un allunaggio di astronauti Nasa, lanciati da un razzo SpaceX a bordo del lander di Blue Origin – sempre che non arrivi prima il Deep Space Gateway, la stazione cislunare internazionale.
Tutti obiettivi ormai quasi alla portata delle attuali tecnologie. C’è però ancora qualcosa da chiarire, sulla la spartizione di eventuali e preziose risorse… Purtroppo, il trattato sullo spazio extra-atmosferico è fermo al palo, a quelle generiche regole pensate nel 1966, quando erano solo le grandi potenze a detenere mezzi e tecnologie per alzarsi da questo pianeta [Fonte]