Un altro tassello nella discussione sull’origine della vita sulla Terra dimostra che la fascia di abitabilità di una stella non è poi così determinante.
Uno studio condotto da ricercatori del Jet Propulsion Lab (Nasa) e del Dipartimento di chimica del CalTech (California), pubblicato su PNAS, indaga l’origine della vita sulla Terra e si spinge ancora più lontano: come racconta a Focus.it la coordinatrice dello studio, l’astrobiologa Laura Barge (JPL), «comprendendo i meccanismi che hanno fatto sbocciare la vita sulla Terra potremmo avere indizi sulla presenza di vita su altri mondi».
Laura Barge e colleghi hanno ricreato in laboratorio, in miniatura, i camini idrotermali della Terra delle origini, attorno ai quali si ritiene che sia nata la vita complessa sul nostro pianeta.
Queste strutture, sui fondali degli oceani, sono sempre di più al centro dell’interesse degli scienziati: sono “camini” che si formano per accrescimento sopra a spaccature, sul fondale marino, dalle quali fuoriescono acqua calda e un mix di varie sostanze, come anidride carbonica, calcio, berio, zolfo.
Partendo dagli ingredienti, nel modello in scala ridotta della sorgente idrotermale in laboratorio (vedi l’animazione qui a fianco) sono stati ottenuti degli amminoacidi, che consideriamo elementi di base
La reazione si è innescata con l’aggiunta di ossigeno al mix iniziale di ammoniaca (NH3, un composto dell’azoto), acido piruvico e idrossido di ferro. Oltre agli amminoacidi, la reazione ha prodotto un alfa-idrossiacido (un acido organico della stessa categoria dell’acido lattico e dell’acido citrico): queste sostanze sono considerate sottoprodotti delle reazioni degli amminoacidi e alcune ricerche ipotizzano che possano anche combinarsi per creare molecole complesse.
L’esperimento ha simulato un particolare ambiente della Terra di oltre 3 miliardi e mezzo di anni fa, quando molecole complesse si univano a formare proteine, che si trasformavano in composti auto-replicanti che a loro volta diventavano… i primi esseri viventi.
a decodifica degli elementi e della completa e corretta scansione temporale di questi eventi è un obiettivo ancora lontano, ma questo studio conferma alcune ipotesi e aggiunge nuovi elementi di discussione.
La vita, dappertutto. C’è una deduzione inattesa che emerge dallo studio: la vita può nascere e svilupparsi anche su pianeti che si trovano al di fuori della cosiddetta fascia di abitabilità. «Un mondo oceanico, lontano dalla propria stella, ma con un’adeguata attività idrotermale, potrebbe avere l’energia termica necessaria e l’ambiente giusto per generare una sua chimica prebiotica», afferma Laura Barge.
Nel Sistema Solare ci sono diversi mondi che potrebbero avere (o avere avuto) condizioni simili, forse Marte nei suoi laghi sotterranei, o Encelado, la sesta luna di Saturno, oppure Europa, il piccolo mondo attorno a Giove.[Fonte]