L’ammartaggio della sonda Nasa che studierà l’interno del Pianeta rosso è atteso per le 21.01 ora italiana. Entrerà in atmosfera a quasi 20.000 km/h frenando per toccare il suolo nella piatta Elysium Planitia. La diretta a partire dalle 20
I “sette minuti di terrore” di Insight, che terranno col fiato sospeso tutto il Jet propulsion laboratory della Nasa, inizieranno questa sera alle 20 e 47 ora italiana, quando la sonda dell’Agenzia spaziale americana entrerà nell’atmosfera di Marte per la sua discesa da brividi. A Pasadena, in California, sede del Jpl, la telefonata, o meglio uno ‘squillò di conferma, è atteso attorno alle 21.01. A quel punto sapremo se il lander americano, il primo robot a stelle e strisce a scendere sulla superficie del Pianeta rosso dal 2012, ce l’ha fatta. La Nasa trasmetterà in diretta streaming l’evento a partire dalle 20 e su YouTube con un video a 360°. La missione Insight (Seismic investigations, geodesy and heat transport) sarà la prima a studiare l’interno di un pianeta usando strumenti al suolo. In particolare un sismografo che ascolterà i terremoti causati dagli impatti di asteroidi, una sonda che penetrerà fino a cinque metri sotto la superficie (finora solo Curiosity aveva bucato la roccia per appena qualche centimetro) per misurare la temperatura interna, e uno strumento radio per ‘pesarè le fluttuazioni e avere così indizi sulla natura del suo nucleo.
Il viaggio
Tra i vari primati di Insight, il primo è stato registrato al momento stesso della partenza. Si tratta infatti della prima missione destinata a un altro pianeta a decollare dalla costa ovest degli Stati Uniti, non da Cape Canaveral, dunque, ma dalla Vandenberg air force base, in California, il 5 maggio 2018. In poco più di sei mesi e mezzo ha percorso oltre 480 milioni di chilometri grazie al navigatore made in Italy. Lo “star tracker”, costruito da Leonardo nello stabilimento di Campi Bisenzio (FI), le ha permesso di seguire la giusta rotta, osservando il cielo con il suo telescopio e confrontando dieci volte al secondo l’immagine con una mappa di oltre 3.000 stelle. È un gioiello della tecnologia italiana, infatti Nasa ed Esa lo hanno scelto per le più importanti missioni degli ultimi anni, da Cassini e Juno a New Horizons da Rosetta a Exomars.
I “sette minuti di terrore”
Finora solo la Nasa è riuscita a far “ammartare” con successo delle sonde sul Pianeta rosso. La prima a riuscirci fu la Viking 1, nel 1976. L’ultimo, il rover Curiosity nel 2012. Quella discesa da brividi ha fatto parecchie vittime, tra cui il lander dell’Esa Schiaparelli, che si è schiantato al suolo a 300 chilometri all’ora nel 2016. E ogni volta si tratta di una scommessa. Insight entrerà in atmosfera alle 20.47 ora italiana, a quasi 20.000 chilometri all’ora. Dopo due minuti il suo scudo termico raggiungerà la temperatura massima, riscaldandosi per l’attrito fino a circa 1.500 gradi. Alle 20.51 si aprirà il paracadute, 15 secondi dopo verrà rilasciato lo scudo termico e successivamente verranno estratte le “zampe” per l’ammartaggio. Dopo la frenata “passiva”, la sonda si libererà del paracadute e della sua copertura posteriore, i retrorazzi freneranno la discesa fino a otto chilometri all’ora. Pronta per toccare il suolo quando in Italia saranno le 20.54 parcheggiando nella piatta Elysium Planitia, vicino all’Equatore, 600 chilometri di distanza da Curiosity. Conosceremo la sua posizione precisa grazie a un altro strumento italiano, Larri, un riflettore lasersviluppato dall’Istituto nazionale di Fisica nucleare col supporto dell’Agenzia spaziale italiana.
Tutto questo avverrà “alla cieca”. Da Terra nessuno potrà controllare o inviare ordini di manovra, solo assistere in una leggera ma importante differita: otto minuti. Sono quelli che alla velocità della luce, qualsiasi segnale inviato o ricevuto da Insight impiegherà per coprire i 146 milioni di chilometri che separano Marte dalla Terra. Il “beep” di conferma che tutto è andato come doveva è atteso non prima delle 21.01. Insight comunicherà con il centro di controllo grazie ai suoi due compagni di viaggio. Due mini-satelliti sperimentali grandi come valigette (i cubesat Mars cube one, o Marco) che lo hanno seguito fino a Marte, entrando in orbita per raccogliere i suoi segnali e spedirli verso la Terra. Saranno loro che, alle 21.04, potrebbero inviarci anche la prima foto scattata dal lander sulla superficie. Ma ci sarà tutta una costellazione di satelliti in orbita in ascolto per catturare il segnale e rilanciarlo verso di noi. Compreso 2001 Mars Odyssey, il più ‘vecchiò ma ancora attivo, che avrà il compito anche di scattare immagini della discesa per avere una conferma visiva che tutto è filato liscio, e mostrarci l’avvenuto dispiegamento dei pannelli solari di Insight. Le sue immagini dovrebbero arrivare attorno alle 2.30 del mattino, ora italiana, del 27 novembre. A Terra, invece, tutta la rete di antenne del deep space network sarà in attesa con l’orecchio rivolto a Marte per catturare la voce di Insight, compresa la base italiana del Sardinia radio telescope.
La scienza
Insight sarà pienamente operativo e pronto a lavorare a partire da dieci settimane dopo l’ammartaggio. In questo periodo infatti, il team del Jpl dovrà usare le camere per visualizzare ciò che la circonda e studiare con cura dove appoggiare i delicati strumenti per “auscultare” i battiti e la temperatura in profondità. Il primo a entrare in funzione, una settimana dopo l’arrivo, sarà però Reis, l’antenna a bordo del lander che sfrutterà un segnale radio trasmesso a Terra e rispedito indietro. Lo farà per due anni, ogni giorno per un’ora, e permetterà di misurare le oscillazioni del pianeta e avere informazioni importanti sul suo nucleo metallico. Il sismometro verrà piazzato tre o quattro settimane dopo, entro le due settimane successive avrà anche lo scudo protettivo termico e per il vento. La sonda che scaverà fino a cinque metri per calare il termometro una settimana dopo ed entro sei settimane dovrebbe aver completato il foro per iniziare a raccogliere dati.[fonte]