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Uno studio espande la classica teoria della “panspermia”, portandola sul piano galattico: i mattoni base della vita potrebbero viaggiare tra un sistema stellare e l’altro prendendo un passaggio da oggetti intestellari come la cometa-sigaro Oumuamua.

Una mappa della Via Lattea ottenuta dal satellite dell'ESA Gaia, e contenente 1,7 miliardi di stelle (una piccola parte del totale).|ESA
Una mappa della Via Lattea ottenuta dal satellite dell’ESA Gaia, e contenente 1,7 miliardi di stelle (una piccola parte del totale).|ESA

 

Comete, asteroidi, meteoroidi e altri viaggiatori celesti potrebbero diffondere le molecole base della vita da una stella all’altra della Via Lattea. Un nuovo studio in fase di revisione sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society allarga i confini della panspermia, la teoria secondo la quale la vita sulla Terra sarebbe stata portata da oggetti celesti.





Finora, gran parte delle ricerche in questo settore si è concentrata sulla distribuzione della vita attraverso il Sistema Solare – in particolare sul trasferimento di molecole da Marte alla Terra – o al massimo da questo, a stelle vicine. Ma il passaggio del visitatore interstellare Oumuamua (ora ufficialmente una cometa), dimostra che il Sistema Solare può funzionare da “rete da pesca” gravitazionale, e catturare molti più oggetti extrasolari di quanto si pensasse.

La provenienza “aliena” di Oumuamua dimostra che è plausibile che oggetti spaziali diffondano microbi anche tra sistemi solari distanti, forse persino tra una galassia e l’altra: «La vita potrebbe essere potenzialmente scambiata su distanze di migliaia di anni luce» dice Idan Ginsburg, ricercatore dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge, Massachusetts, nonché uno degli autori.

Facciamo i conti. Studi precedenti sulla cometa-sigaro mostrano che, per giustificare il fatto che il Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System abbia individuato Oumuamua nella regione di cielo che stava studiando, la Via Lattea dovrebbe essere attraversata da 1 trilione (mille miliardi) di questi oggetti ogni anno luce cubico. Significa che ogni stella della Galassia dovrebbe scagliare 10 quadrilioni (un milione alla quarta) di questi oggetti, e che migliaia di essi si trovano a transitare nel Sistema Solare in ogni momento. In un sistema binario come Alpha Centauri, la cattura dovrebbe funzionare ancora meglio, e arrivare a trattenere oggetti anche di dimensioni simili a quelle della Terra. 

Un sistema biologico interconnesso? Ginsburg e i colleghi Manasvi Lingam e Abraham Loeb hanno poi moltiplicato questa rapidità di cattura per il numero di stelle che un oggetto interstellare incontrerà, prima che i microbi presenti su di esso muoiano del tutto. Se una cometa o un asteroide viaggia, come Oumuamua, alla velocità di 26 km al secondo nello Spazio interstellare, in un milione di anni la Via Lattea ne catturerà circa 10 milioni: se si considerano i diversi distretti della galassia, è dunque una circostanza piuttosto frequente.

Insomma numeri alla mano, sembrerebbe che pianeti e asteroidi vengano scambiati come “patate bollenti”, tra un sistema stellare e l’altro piuttosto di frequente. Questo, posto che si possa generalizzare sul caso di Oumuamua, e ammesso che oggetti come questo siano in effetti vettori di vita.[fonte]