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Questa notte per ammirarla basterà un binocolo e, nei posti con un cielo molto buio, potrebbe essere visibile anche a occhio nudo. Si trova alla minima distanza dalla Terra e dal Sole, nella costellazione dell’Auriga

La cometa 21P Giacomini-Zinner osservata il 9 settembre (Foto: Gianluca Masi - Virtualtelescope project)
La cometa 21P Giacomini-Zinner osservata il 9 settembre (Foto: Gianluca Masi – Virtualtelescope project)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UNA ‘vecchia conoscenza’ ha appena fatto il suo ingresso nella ribalta della volta celeste, una cometa, 21P Giacobini-Zinner, che proprio nella notte tra il 10 e l’11 settembre offrirà uno spettacolo interessante nel momento della sua massima luminosità, visibile dall’Italia con l’aiuto di un binocolo e, per i più fortunati che godono di un cielo scuro e al riparo dall’inquinamento luminoso, forse anche a occhio nudo.




•UNA ‘PENDOLARE’ GIOVIANA
Scoperta nel 1900 dall’astronomo francese Michel Giacobini e osservata di nuovo nel 1913 dal tedesco Ernst Zinner, 21P è una visitatrice frequente del Sistema solare interno, è quella che ci ‘regala’ le Draconidi, le stelle cadenti di ottobre, uno sciame minore ma che può regalare fino a 30 meteore all’ora. Si tratta di una cometa gioviana, durante la sua rivoluzione attorno al Sole, infatti, non si allontana mai molto al di fuori dell’orbita di Giove. E ogni sei anni e mezzo torna, arrivando al perielio (la minima distanza dal Sole) a una distanza pari a quella della Terra, circa 150 milioni di chilometri.

Ma quest’anno sarà speciale. Perché è dal 1946 che non ci salutava così da vicino. Si troverà a circa 58 milioni di chilometri. Il suo nucleo è già stato ‘acceso’ dall’approssimarsi alla nostra stella, generando nuvole di polveri e gas. Chioma e coda sono ben visibili osservandola con un telescopio ed è l’occasione ideale per scorgerla anche se non si dispone di uno strumento professionale.

•DOVE E QUANDO OSSERVARLA
Trovarla è facile, ma bisognerà attendere fino alle ‘ore piccole’ del mattino per vederla al meglio. Dopo le 2.30, bisognerà spostare lo sguardo a est, quando la costellazione dell’Auriga comincia a salire alta nel cielo. Una volta trovata la sua stella più luminosa, Capella, sopra la costellazione dei Gemelli (le due stelle Castore e Polluce come riferimento) e sotto a Perseo. Siamo nella zona di cielo a sinistra del Toro.

La cometa ha una luce che tende al verde, si troverà proprio sotto le stelle inferiori dell’Auriga, in congiunzione (altro elemento interessante per chi ha un obiettivo in grado di distinguerlo) dell’ammasso stellare aperto M37l La sua magnitudine apparente (la luminosità vista dalla Terra) si aggira attorno a 6,5-7. Al limite estremo per essere vista a occhio nudo: “Ci sono stati un paio di segnalazioni di visibilità ad occhio nudo da parte di osservatori esperti – spiega Gianluca Masi, astrofisico responsabile del progetto Virtualtelescope – ma direi che un binocolo è indispensabile, a meno che non si abbia un’ottima vista e ci si trovi in un luogo molto buio. Sarà una visione spettacolare e migliorerà fino all’alba, perché apparirà sempre più alta nel cielo”.

 

E sarà un’occasione anche per cercare di fotografarla. Se si ha a disposizione una Reflex e un cavalletto, le possibilità di immortalarla sono alte: “Bisogna ritagliarsi un angolo buio, ovviamente – continua Masi – e provare a impostare l’Iso a 800 o 1600 con un paio di secondi di esposizione. Anche con una lunghezza focale moderata, attorno ai 100 mm, si dovrebbe riuscire a registrarla”.

Nei prossimi giorni la cometa si sposterà verso Sud, attraversando le costellazioni dei Gemelli, Orione e l’Unicorno e diventerà sempre più difficile vederla dall’Italia perché gradualmente si sposterà nel cielo australe.[fonte]