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Le parti di un fantomatico “disco volante” – la risposta inglese a Roswell – sono rimaste per decenni archiviate nel Museo della Scienza di Londra: aliene non sono ma hanno un grande interesse storico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I frammenti metallici di un oggetto protagonista di una riuscita burla storica sono stati ritrovati, dopo 50 anni di oblio, negli archivi del London Science Museum.



I reperti richiamano un episodio che nel 1957 fece scalpore sulla stampa britannica: tre uomini stavano guidando, di notte, nella brughiera di Silpho Moor vicino Scarborough, nel Regno Unito, quando videro un oggetto celeste molto luminoso schiantarsi a terra. Scesi dall’auto trovarono un disco volante di 45 cm di diametro, “un vero UFO”, come strillarono i giornali

 

 

 

 

 

 

 

 

Leggete, umani. Questa la storia, una bufala ben architettata – la versione inglese di Roswell. Ma a tre settimane dal lancio dello Sputnik, il primo satellite mandato in orbita, la burla riuscì bene. Il fondo di rame del disco era ricoperto di geroglifici, come il suo analogo statunitense di un decennio prima. Anche il piccolo libro racchiuso al suo interno era compilato in geroglifici, nei quali un negoziante di Scarborough disse di aver decifrato il messaggio di un alieno di nome Ullo all’umanità, a proposito di una guerra atomica: “Migliorerete o sparirete

Decisamente terrestre. Gli esperti di metallo e gli altri scienziati che esaminarono l’oggetto decretarono fin da subito che il materiale non aveva proprietà particolari, né aveva mai varcato l’atmosfera terrestre. Ciò nonostante il disco fu sezionato in varie parti e spedito a più ricercatori per essere esaminato.

Alcune furono riposte in una scatola di metallo del London Science Museum, dove un addetto le ha ritrovate, qualche giorno fa, mentre conduceva ricerche sullo storico dell’aviazione Charles Harvard Gibbs-Smith, un convinto sostenitore di avvistamenti alieni.

Conferma. I frammenti del falso UFO sono stati poi identificati e dichiarati come “autentici” – cioè riconducibili a quello specifico scherzo – da David Clarke, docente della Sheffield Hallam University e consulente del National Archives UFO project del Ministero della Difesa britannico. Clarke stava tenendo una conferenza su questo tema quando ha potuto vedere i reperti, che hanno comunque, per la loro storia, un interesse culturale.[Fonte]