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Nonostante le tensioni tra i due Paesi, le rispettive agenzie spaziali collaboreranno per realizzare l’avamposto per l’esplorazione umana di Marte

Per la prima volta dal 1972, quando con la fine del programma Apollo nessun astronauta posò più piede sulla Luna, riprenderà la presenza umana nello spazio oltre l’orbita terrestre.

Nasa e Roscosmos (l’agenzia spaziale russa), infatti, hanno annunciato che collaboreranno alla realizzazione di una stazione spaziale intorno alla Luna, che sarà la casa dei futuri cosmonauti per almeno un decennio dopo la sua costruzione.

Il progetto, supportato anche dall’Esa e dalle agenzie spaziali canadese e JAXA (Giappone), prevede l’inizio della costruzione dei moduli abitativi nella prima metà degli anni ’20.

I tempi della “corsa allo spazio”, la competizione tra Usa e Urss durante il periodo della guerra fredda per chi riusciva a ottenere per primo risultati eclatanti nell’esplorazione del cosmo (come il primo uomo in orbita o sulla Luna), sembrano ora lontani anni luce.

I materiali per l’assemblaggio della stazione saranno infatti portati lassù dai nuovi vettori americani SLS e Orion assieme ai razzi di nuova generazione costruiti dai russi.

Luna, primo passo

La stazione lunare ha uno scopo preciso: fornire un ambiente idoneo agli astronauti per testare e sviluppare le competenze, abilità e tecnologie per viaggi spaziali di lunga durata.

Il nome della base, Deep Space Gateway, significa proprio “porta per lo spazio profondo”: sarà infatti la prima fase dell’avventura umana nell’esplorazione del Sistema Solare, che porterà entro la fine del secolo equipaggi di cosmonauti a toccare la superficie dei satelliti di Giove o a viaggi su asteroidi e comete che orbitano intorno al Sole.

Ma il primo obiettivo è Marte. Deep Space Gateway costituirà l’avamposto per preparare la prima missione umana sul pianeta rosso, prevista dopo il 2030.

Nei dieci anni seguenti la realizzazione della base, la Nasa sfrutterà infatti questa stazione spaziale per sviluppare nuovi approcci e tecnologie in grado di risolvere i problemi per i viaggi spaziali umani a medio e lungo raggio.

Deep Space Gateway, per la sua vicinanza alla Luna, fornirà quindi un luogo da dove poter rientrare entro pochi giorni, invece che settimane, da missioni esplorative oltre l’orbita del nostro satellite.

Significa che in una seconda fase, quando saranno consolidate le nuove tecniche di volo, la stazione spaziale garantirà la sicurezza di viaggi spaziali, con andata e ritorno da Marte o altre destinazioni, indipendentemente dal supporto terrestre: diventerà un aeroporto attorno alla Luna, per intenderci.

L’agenzia americana non prevede l’invio di astronauti sul suolo lunare, ma solo di sonde robotizzate lanciate appunto dalla nuova stazione spaziale.

I russi invece pianificano non solo il ritorno dell’uomo sul nostro satellite, ma anche la costruzione di una base sulla sua superficie. Tuttavia, la realizzazione dei razzi vettori per questa impresa è in grande ritardo rispetto ai tempi programmati.

I vantaggi della collaborazione NASA- Roscosmos

Attualmente la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che orbita intorno alla Terra e dove si trova ora l’astronauta Paolo Nespoli, ha porte d’attracco differenti per ciascun veivolo che porta rifornimenti o persone a bordo.

Gli Shuttle della Nasa, e il razzo Dragon dell’azienda Space X di Elon Musk, devono infatti montare degli adattatori per agganciarsi nei moduli progettati per accogliere le capsule russe Soyuz.

Questo perché la ISS è stata assemblata in modo non congiunto tra le due agenzie spaziali. La collaborazione, sin dalla progettazione della Deep Space Gateway, permetterà invece di adottare standard unici non solo per le capsule di trasporto di materiale e approvvigionamenti, ma anche per i sistemi di sopravvivenza, rientro a Terra in caso di emergenza e soprattutto per i lanci oltre l’orbita della Luna.

Con un notevole risparmio in termini di risorse economiche, ingegneristiche e logistiche. Ma la collaborazione consentirà anche di smorzare le tensioni tra i due Paesi, che al momento non sembrano trovare una linea di politica estera condivisa per combattere il terrorismo e le guerre che affliggono il globo.

Insomma, sarà anche attraverso l’esplorazione di nuovi mondi, come Marte, che si riuscirà ad avere, forse, un po’ più di pace sul nostro pianeta.[fonte]

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