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Nasa e Lockheed Martin procedono a tappe lunghe, Elon Musk promette di portare almeno 40 coloni sul Pianeta Rosso nel 2024

 

Illustrazione: una rappresentazione del Deep Space Gateway, la stazione in orbita cislunare a cui lavorano Nasa, Esa, Roscosmos e Lockheed Martin.|Lockheed Martin

 

Sembra diventato un imperativo: raggiungere Marte entro gli Anni Venti, o al più tardi nel decennio successivo di questo secolo. Lo hanno dichiarato in questi mesi tutti i grandi attori dello scenario spaziale, a partire da Nasa, Esa e Roscosmos – che hanno recentemente confermato di voler dare il via alla realizzazione del Deep Space Gateway, una stazione spaziale cislunare, per fare da training e poi da ponte per il Pianeta Rosso.

Nelle ultime ore hanno fatto eco anche Lockheed Martin e SpaceX, che durante l’International Astronautical Congress (Adelaide, Australia, 25-29 settembre 2017) hanno illustrato i loro piani per Marte.

Lockheed Martin. Nell’arco del prossimo decennio la società americana che collabora con la Nasa alla costruzione della Orion (la navicella che porterà uomini alla stazione lunare e oltre) sarà impegnata nel progetto Mars Base Camp.

Si tratta di una stazione orbitale assemblata attorno a Marte con alcune navicelle simili alla Orion e moduli di sostegno: da lì gli astronauti avranno in un primo tempo la possibilità di pilotare a distanza droni rilasciati sul pianeta e di esplorare (sempre a distanza) le sue due piccole lune, Phobos e Deimos.

Per Lockheed, la discesa sul Pianeta Rosso non è la priorità della prima fase della missione: potrebbe essere prevista in un secondo tempo, ma per il momento resta solamente un’idea.

SpaceX. Nello stile un po’ travolgente che lo distingue, Elon Musk ha sapientemente gestito la sua presentazione degli obiettivi di SpaceX: dopo avere cancellato la missione umana su Marte con la Red Dragon (vedi), prevista per il 2020… ha annunciato che sta lavorando alla costruzione di uno shuttle lungo 48 metri, in grado di portare decine di persone nello Spazio (anziché i quattro soli uomini di equipaggio previsti per la missione cancellata) fino sulla Luna e su Marte.

Nel racconto di Musk, per la nuova navetta ci sarà anche un nuovo lanciatore, il Big Falcon Rocket (BFR), un razzo alto 106 metri (shuttle compreso) spinto da 31 motori simili a quelli che equipaggiano il Falcon 9. Il progetto Marte inizierà nel 2022 con il lancio di due shuttle senza equipaggio che porteranno sul Pianeta Rosso strumenti e materiali in attesa dei coloni, che arriveranno con altri due shuttle nel 2024.

Going home… Da Marte il rientro potrebbe essere più facile, grazie alla gravità ridotta del Pianeta Rosso (poco più di un terzo di quella della Terra), che permetterebbe agli shuttle di ripartire senza l’ausilio di un lanciatore. Il carburante e l’ossigeno potrà essere prodotto direttamente lì, grazie alla strumentazione già arrivata, estraendo ciò che serve dall’atmosfera e dalle rocce.

Musk è un visionario, molto bravo nel dipingere i suoi scenari: per lui, questo sarà l’inizio della colonizzazione di Marte e da quel momento in poi i viaggi si faranno sempre più frequenti, la popolazione di coloni aumenterà e il piccolo avamposto terrestre sul Pianeta Rosso si ingrandirà fino a diventare una metropoli… Nonostante tutte le difficoltà: la lunghezza del viaggio, le radiazioni, i problemi fisici e psicologici, l’ambiente drammaticamente ostile… Ma per Musk tutto è superabile.[fonte]

Vedremo: al 2024 mancano sette anni.

 

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