L’ultima scoperta della Nasa rivela come su Encelado vi sia un possibile sviluppo di forme vitali. Simili sarebbero anche le condizioni su Titano
C’è vita oltre la Terra? Potrebbe esserci su Encelado, una delle più piccole lune di Saturno che, con questa scoperta, si posiziona in cima alla lista dei possibili corpi celesti “abitati”, tanto ricercati nella lunga caccia all’interno del Sistema Solare. Ma non solo.
La scoperta della Nasa
La scoperta è stata pubblicata dalla rivista Science e resa nota dalla Nasa. Il risultato degli scienziati si basa sui dati raccolti nel corso di oltre un decennio dalla sonda Cassini, che il 15 settembre 2017 terminerà la sua corsa immergendosi negli strati superiori dell’atmosfera del pianeta delgli anelli.
Come dire che la presenza della vita oltre la Terra ormai non è più considerata un’ipotesi fantascientifica, ma una possibilità concreta.
Secondo gli esperti in fondo al suo oceano Encelado, sotto i suoi ghiacci, potrebbero esserci le condizioni per ospitare esseri viventi. E questo potrebbe non essere comunque un caso unico nel Sistema Solare.
Come appare Encelado
Questa piccola luna, che sembra un “motore della vita”, ricorda tanto quello scoperto in fondo ai nostri oceani. Per l’astrobiologa Daniela Billi, dell’università di Roma Tor Vergata, che ha commentato l’articolo pubblicato su Science, potremmo infatti essere in presenza di sorgenti geotermali visto lo scenario che ricorda la Terra com’era circa 3,8 miliardi di anni fa, nell’epoca in cui sono comparse le prime esistenze.
Ciò che si evince dall’articolo sull’oceano di Encelado “ricorda quanto è avvenuto sulla Terra nelle lost city”, ossia negli sfiatatoi idrotermali scoperti nel 2000 in fondo al Pacifico e subito individuati come luoghi ideali per l’origine della vita”, spiega la scienziata. In fondo all’oceano di Encelado, ha osservato l’esperta, pare che ci sia una sorta di “reattore primordiale: sembra di vedere quello che potrebbe essere successo negli oceani terra intorno a 4 miliardi di anni fa”.
Su quali altre lune di Saturno c’è vita
E non è finita qui. Anche Titano, altra luna di Saturno, è infatti coperta da mari e fiumi di idrocarburi che forse al suo interno potrebbero nascondere un oceano.
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C’è vita anche sulle lune di Giove
Se poi si guarda verso Giove, anche Europa, una delle più grandi fra le 67 lune del gigante gassoso: sotto la sua superficie ghiacciata si nasconde un oceano di acqua liquida che potrebbe riservare delle sorprese. A rivelarne la presenza era stata, nel 2013, la scoperta di pennacchi di vapore acqueo alti fino a 200 chilometri, che ricordano quelli scoperti intorno al Polo Sud di Encelado.
Quando andremo su Marte
Fin da adesso le missioni allo studio sui possibili luoghi del Sistema Solare che potrebbero ospitare la vita si preoccupano di costruire veicoli spaziali super-sterili, in modo da non contaminare altri mondi con microrganismi terrestri. Lo si sta facendo, per esempio, per la seconda fase della missione ExoMars, di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e agenzia spaziale russa Roscosmos, per evitare che porti con sè batteri e virus umani quando arriverà su su Marte per cercare la vita, nel 2020. Dovrà essere asettico anche l’ambiente per i futuri veicoli destinati a raggiungere Europa.
Cosa è stato scoperto finora
Quello che finora si è stato scoperto è relativamente poco, anche se sarebbe stato impensabile fino a pochi decenni fa. Molecole di carbonio e acqua, ingredienti chiave della vita, sono state trovate ormai da quasi due decenni nella polvere e nei gas che circondano lontane stelle, rafforzando l’idea che i mattoni della vita pervadano l’universo e che di conseguenza la vita potrebbe formarsi ovunque nel cosmo. La prima molecola organica che si è potuta ”toccare con mano” al di là della Terra è stata la glicina, il più comune degli amminoacidi: era stata scoperta nei granelli della cometa Wild 2, portati a Terra nel 2006 dalla missione americana Stardust. Molecole alla base della vita sono state scoperte nel 2011 anche in un meteorite caduto nel 2000 nel lago canadese Tagish.[fonte]