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Cosa accadrebbe se mai davvero un giorno i Marziani o i Reticuliani atterrassero in mezzo a noi con intenti ostili?

Un’invasione aliena, con tanto di flotta extraterrestre che oscura i nostri cieli e impone il controllo su tutto il pianeta. Hollywood ce l’ha mostrata mille volte, sia in chiave comica che drammatica, contemplando tutte le possibili conseguenze- il panico, la distruzione, la lotta degli esseri umani per riconquistare la libertà. Ma cosa accadrebbe se mai davvero un giorno i Marziani o i Reticuliani atterrassero in mezzo a noi con intenti ostili?

Lo scenario è stato tratteggiato dal Telegraph. Il quotidiano britannico si è chiesto come potremmo sopravvivere se la remota ipotesi di una Guerra dei Mondi diventasse realtà. E lo ha fatto chiedendo il parere di due esperti: Malcolm Robinson, fondatore del gruppo britannico  Strange Phenomena Investigations, e di Steve Hart, uno dei più noti “survivalisti” del Regno Unito, ideatore del blog  UKpreppersguide.CO.UK,  una guida online per affrontare ogni possibile catastrofe.

Robinson ha alle spalle indagini in vari ambiti del mistero da almeno 35 anni e ritiene che non si possa escludere a priori la possibilità di un’invasione aliena. I candidati più probabili, per lui, sono i famigerati Grigi… “Queste piccole creature sono alte da un metro a un metro e 20, hanno teste a forma di pera e occhi neri. Sono stati visti ovunque sul pianeta”, ha detto al giornale

Per l’ufologo, i disaster movie di ispirazione extraterrestre in stile “Independence Day” hanno diffuso l’idea che gli Alieni possano distruggere la specie umana. Dunque, un po’ di apprensione c’è. Ma nello stesso tempo i nostri tentativi di cercare segnali da altre civiltà stanno lentamente trasformando questi scenari fantascientifici in qualcosa di un po’ più concreto. Per la serie: se noi li chiamiamo, magari un giorno risponderanno.

“Non possiamo escludere a priori che qualcuno, nello spazio, non ci ascolti, che qualcuno non decida di venire a darci un’occhiata. Ci possiamo fare due risate, possiamo anche scherzarci su, ma resta una possibilità. Il pianeta Terra è solo un granellino di sabbia nell’immensa spiaggia cosmica: è assolutamente incomprensibile pensare che siamo soli in questa vastità dell’universo. Noi stiamo cercando qualcosa di reale, ci sono prove della presenza di oggetti nei nostri cieli. È possibile, potrebbe accadere”, ha detto riferendosi a potenziali astronavi aliene già all’orizzonte.

Ma c’è da aver paura? Per Robinson, sì. Prevede sconvolgimenti, rivolte e caos su scala globale se e quando gli ET atterreranno sul nostro pianeta. “Diventerebbe un posto orribile nel quale vivere. Sarebbe già abbastanza brutto doversi difendere dalla minaccia di un aggressore alieno senza doversi anche preoccupare del vicino della porta accanto o di un estraneo che vuole entrarti in casa. Cosa sarebbe di noi?”- si domanda. E la risposta non è confortante: “Saremmo sottoposti al controllo dei nuovi dominatori o dovremmo sottoscrivere la pace con loro”.

Viene quasi da pensare che sia il caso di prepararsi, riempire la casa di scorte alimentari, cibi a lunga a scadenza e bottiglioni d’acqua, scavare un rifugio sicuro. Insomma, quello che da tempo stanno facendo i “preppers”, letteralmente “quelli preparati “. Inteso, preparati a tutto,  ad ogni cataclisma, anche al peggio del peggio: impatti cometari, guerre atomiche, era glaciale… E ovviamente, invasioni dallo spazio. Loro sono pronti, noi no, garantisce il  guru dei preppers, Steve Hart.

Hart viaggia sempre con un bagaglio d’emergenza in auto, utile per ogni evenienza. Contiene razioni di sopravvivenza, un filtro per purificare l’acqua, medicinali di base, abiti di ricambio e una radio a manovella. Una specie di borsa alla Mary Poppins, dalla quale esce di tutto “nel caso in cui…”. La vita di un survivalista è così, mai lasciare nulla all’improvvisazione.  Non è un passatempo, il prepping richiede una meticolosa pignoleria. Ma Hart è convinto che con la sua preparazione potrebbe scampare anche agli Alieni più perfidi e alle più disastrose sommosse popolari.

“So che potrei sopravvivere senza aiuto, senza fare un passo fuori dalla mia porta, per tre mesi, minimo, con le scorte abbondanti che ho”, ha detto al Telegraph. “Essere un prepper non significa aver paura che il mondo finisca, ma star pronti a qualunque scenario e questo mi dà una garanzia.” Ogni survivalista che si rispetti ha infatti almeno un bunker sotterraneo riempito di ogni ben di Dio, ma l’ideatore di  UKPrepperguide  è  un professionista: lui di rifugi segreti ne ha tre. Insomma, si sente comunque tranquillo.

“Se ci fosse un grave disastro, me ne starei accovacciato in casa, in un ambiente familiare. Lì hai tutto il tuo equipaggiamento. È sicuro, perché scappare?” E aggiunge: “Lascerei la mia casa solo se la situazione fosse così terribile da farmi temere per la mia vita. Ad esempio, se ci fosse un contagio pandemico che si stesse diffondendo verso di me e dovessi ovviamente interporre la massima distanza possibile tra me e quel pericolo. Lo stesso varrebbe se ci fossero degli Alieni che mi vengono a cercare: me la darei a gambe, non ho intenzione di resistere e combattere.”

Insomma, non proprio un cuor di leone. Ma l’importante, per un prepper, è sopravvivere. Tutto è lecito, anche la fuga. “Ho tre rifugi dove potrei andare, tutti a tre giorni di strada al massimo da casa mia in differenti direzioni e dove vado regolarmente per rifornirle di vettovaglie,  sufficienti per resistere qualche giorno. Questo è quel che la maggior parte di noi dovrebbe fare.” Ma qual è il luogo migliore in caso di disastro? “La Scozia”- risponde sicuro. “C’è un sacco di posti in cui nascondersi”.

Sarà. Speriamo che le nefaste previsioni degli esperti siano infondate e che l’eventualità di un’ invasione aliena resti un’ipotesi solo per gli addetti ai lavori. Oppure, più semplicemente, auguriamoci che in caso di atterraggio, dal disco volante non scenda un’orda di mostri come in  “Alien”, ma al massimo dei cugini del tenero E.T. di Spielberg. Con un dito puntato verso al cielo e un grande cuore buono.[fonte]

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