Un suono non identificato che proviene dalle profondità marine minaccia la sopravvivenza degli Inuit. Che cosa lo produce?
Quello che sembrava una leggenda dei mari, ora è diventato oggetto di una ricerca da parte dei militari canadesi.
Nei dintorni di Nunavut (Canada), da alcuni mesi si racconta di un suono misterioso che sembra risalire dal fondo del mare: le prime vittime sono i pescatori, che accusano il fenomeno di tenere lontana la fauna marina, loro fonte primaria di sostentamento.
Il suono viene descritto come una serie di “ping, hum e beep” ed ha assunto una dimensione così preoccupante, per i locali, da convincere i militari a indagare, ed è ciò che stanno facendo.
I suoni sembrano provenire dal fondo del mare in prossimità dello stretto di Fury and Hecla (tra l’isola di Baffin e la penisola di Melville), in prossimità di Nunavut, comunità Inuit composta da circa 31.000 persone su di un’area di 1.750.000 chilometri quadrati (quasi 6 volte l’Italia), una delle zone più a nord del pianeta permanentemente abitata.
Nell’area di mare che è terreno di caccia di questa popolazione vivono foche e balene e, stando ai locali, si tratta di un’area privilegiata, una polinia, ossia una zona di mare aperto circondato da ghiaccio, dove molte specie marine si concentrano durante l’inverno.
Quest’anno sembra però che gli animali stentino ad arrivare, e la colpa va a quei rumori che si diffondono dal fondo del mare.
Già da questa estate la popolazione marina era molto al di sotto di quella normalmente presente e, come spesso succede, l’inspiegabile dà luogo all’immancabile fantasmagoria di teorie.
Alcuni sostengono che la causa è l’attività di estrazione del ferro sull’isola di Baffin, a nord-est e di Nunavut: si dice che la società mineraria stia compiendo indagini con sonar sul fondo del mare. Ma la Baffiland, la società mineraria, ha negato che al momento siano in corso ricerche sottomarine.
Altri incolpano Greenpeace: si dice infatti che i suoni vengano prodotti appositamente per far fuggire gli animali, per salvarli dalla caccia degli Inuit. Greenpeace nega le accuse.
Altri ancora tirano in ballo la Marina degli Stati Uniti, che utilizzerebbe sonar a bassa frequenza per individuare sottomarini “nemici”. La Marina, semplicemente, ignora le accuse.
Non sono i minatori, non è Greenpeace e neppure la Marina Usa – potrebbe comunque essere una misteriosa creatura marina che si sta risvegliando negli abissi? I militari canadesi indagano.[fonte]