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Il tycoon che ha creato PayPal, Tesla e SolarCity ha presentato il suo progetto. Biglietto inizialmente tra 100 e 200mila dollari. “I primi turisti sul pianeta rosso dovranno essere pronti a morire”

rilancia. E punta su Marte: “Conquisteremo il Pianeta rosso nei prossimi dieci anni”. L’imprenditore americano di origine sudafricana non si è lasciato scoraggiare dal recente fallimento della sua compagnia spaziale SpaceX che qualche settimana fa ha letteralmente mandato in fumo il razzo Falcon9 a Cape Canaveral. Ha invece lanciato una nuova sfida che, a questo punto, non è solo l’ambizione di un miliardario ma comincia ad assumere i contorni di un progetto concreto.

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Durante una conferenza internazionale dedicata alla conquista dello spazio che si sta svolgendo in Messico, Musk ha presentato il suo piano scendendo nei dettagli. La colonizzazione di Marte inizierebbe con il lancio nello spazio di astronavi in fibra di carbonio. Per questa operazione saranno necessari razzi con due volte la potenza del Saturno 5, il vettore della Nasa che portò i primi astronauti sulla Luna. I serbatoi di questi razzi, una volta caduti sulla Terra, verrebbero riutilizzati: riempiti di carburante e lanciati di nuovo nello spazio per rifornire le astronavi che a questo punto potrebbero iniziare il loro viaggio verso il Pianeta rosso, con a bordo dai 100 ai 200 membri di equipaggio ciascuna.

 

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“L’obiettivo sul lungo termine”, ha detto Musk di fronte alla platea messicana “è creare una vera e propria città marziana”. Ma perché ciò avvenga, ha continuato, è necessario abbassare i costi dei voli spaziale, ha continuato il magnate, fino a che un “biglietto” per Marte non arrivi a cifre con le quali oggi negli usa si può comprare un appartamento. Musk ha ammesso che la prima missione sarà decisamente ”pericolosa” e che “i primi turisti dovranno essere pronti a morire”.

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Intanto l’imprenditore ha stanziato 10 miliardi di dollari per sviluppare e testare la tecnologia necessaria alla realizzazione del progetto. Ma persino Musk riconosce che un’impresa del genere non può avere successo se non entreranno in gioco le grandi agenzie spaziali nazionali. “Sarà una grande partnership pubblico-privato”. Resta però la sfida alla Nasa. Presentando il suo progetto, l’uomo che ha creato PayPal, Tesla e ora SpaceX fa sapere di essere pronto ad affrontare l’avventura del XXI secolo. Con un progetto reale, che ha costi e tempi assai più ridotti rispetto a quelli elaborati finora dall’Agenzia spaziale americana.

 

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Un viaggio su Marte richiederà 115 giorni, ma con l’evoluzione della tecnologia ne serviranno – a suo dire – 30 in meno. A chi solleva dubbi sul problema delle radiazioni a cui può essere esposto il corpo umano, Musk risponde: ”Ci sono dei rischi legati alle radiazioni, ma non ritengo si tratti di un problema letale. Una volta che si è su Marte l’esposizione è dimezzata perché c’é il pianeta a proteggere. Non ritengo sia un problema”. Musk si augura di completare i lavori della prima navicella spaziale in quattro anni per poi dare il via ai viaggi suborbitali.[fonte]

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