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Ne avevamo parlato a Luglio di quest’anno , ora arriva l annuncio ufficiale da parte dell’agenzia spaziale cinese….

 

Il modulo lanciato nello spazio nel 2011 ha terminato la sua missione: lo fa sapere l’agenzia spaziale cinese. Tiangong-1 andrà a schiantarsi in un punto non precisato del nostro Pianeta…

La Cina non ha fatto in tempo a celebrare. Dopo aver lanciato il 16 settembre il secondo modulo della sua futura stazione spaziale, Pechino ha dovuto ammettere che il primo modulo (in orbita da cinque anni) è ormai fuori controllo. E precipiterà sulla Terra con tutte le sue otto tonnellate e mezzo di ferro e tecnologia alla fine del 2017. Dove andrà a finire, ruzzolando dalla sua orbita attuale a 370 chilometri di altitudine, è ovviamente impossibile da prevedere.

 

La corsa allo spazio degli anni ’60 sembra essere tornata d’attualità, con la Cina oggi al posto della Russia. Al 2003 risale la missione del primo astronauta cinese e al 2008 la prima passeggiata fra le stelle. Con il lancio della stazione spaziale Tiangong (in cinese “palazzo celeste”), Pechino ambisce a replicare il successo tecnologico della Stazione Spaziale Internazionale, abitata dal 2000 e gestita da Usa, Russia, Europa, Giappone e Canada. Nel settembre del 2011 era partito dunque il primo modulo (Tiangong-1), che a giugno del 2012 aveva ospitato a bordo, per alcuni giorni, tre astronauti. L’esperienza (questa volta anche con un’astronauta donna) era stata ripetuta l’anno successivo.

E pochi giorni fa, dal deserto di Gobi, era partita  la seconda sezione del palazzo celeste, Tiangong-2. Secondo i piani, ormai da rivedere, di Pechino, la stazione orbitante sarebbe dovuta diventare abitabile in permanenza nel 2022. Dando sempre ai suoi programmi spaziali nomi poetici o evocativi, la Cina aveva avviato anche un programma di esplorazione lunare con le sonde Chang’e (la dea della luna) e una serie di razzi battezzati “Lunga Marcia”

Il presidente cinese telefona ai tre astronauti a bordo della Tiangong-1

Da luglio però alcuni astrofili avevano iniziato a notare delle stranezze nell’orbita di Tiangong-1. L’agenzia spaziale di Pechino non aveva mai confermato i sospetti, ma il 14 settembre, alla vigilia del lancio del secondo modulo, un responsabile aveva dichiarato che la stazione orbitante “aveva interamente compiuto la sua missione storica” e sarebbe precipitata nell’atmosfera in un momento imprecisato della seconda metà del 2017. Di solito i rientri degli oggetti spaziali che hanno esaurito le loro missioni avvengono in maniera controllata. La caduta viene pilotata verso zone remote degli oceani, spesso nel cosiddetto “Punto Nemo”, in mezzo al Pacifico, il cui approdo più vicino si trova a 2.700 chilometri di distanza: in Antartide.

Per Tiangong-1 non ci sarà invece alcuna possibilità di manovra, probabilmente a causa di un guasto la cui natura resta però misteriosa. Anche se la maggior parte delle 8,5 tonnellate si fonderanno per l’attrito con l’aria, è probabile che i motori siano troppo robusti per distruggersi. Si stima che sulla Terra (si spera in mezzo all’oceano) possano cadere frammenti anche di cento chili. Ma per sapere dove finirà la traiettoria del palazzo celeste bisognerà aspettare le 3-4 ore precedenti all’impatto.[fonte

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