letto da: 263
0 0
Tempo lettura articolo:6 Minuti, 0 Secondi

«Che cosa vuol dire “reale”? Dammi una definizione di “reale”. Se per reale ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel “reale” sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello»

La frase iniziale è tratta dal film “Matrix” ed è proferita da Morpheus a Neo, nel momento in cui tenta di spiegargli la vera natura di Matrix, un’elaborata neuro-simulazione virtuale concepita per sfruttare l’energia corporea degli inconsapevoli esseri umani.

 

È solo l’idea fantasiosa di una sceneggiatura? In verità, l’ipotesi che il nostro universo possa essere una simulazione tridimensionale è stata avanzata da diversi scienziati.

Certo, si tratta di un’idea da capogiro, ma in fin dei conti è solo un modo per tentare di descrivere uno dei più grandi misteri che è sotto i nostri occhi e che può riassumersi in una semplicissima domanda: che cosa è la realtà?

Secondo alcuni eminenti scienziati, la realtà che abbiamo sotto gli occhi potrebbe essere il frutto di una elaborata simulazione olografica programmata in un super-computer da una civiltà di esseri enormemente più avanzata della nostra.

Se questo sospetto abita nelle nostre menti, c’è un modo concreto per scoprire se questo è vero? E che mai avrebbe potuto creare un piano tanto inquietante e, soprattutto, per quali scopi? Infine, sarebbe possibile fuggire da questo Universo-Matrice?

Il fisico Alain Aspect ha condotto un esperimento di notevole interesse per dimostrare che la rete di particelle subatomiche che compone il nostro universo – il cosiddetto tessuto della realtà – possiede quelle che sembrano essere innegabili proprietà olografiche.

Inoltre, secondo la teoria proposta da Robert Lanza (autore del libro “Biocentrism” – How Life and Consciousness are the Keys to Understanding the True Nature of the Universe – “Biocentrismo” – Come la vita e la coscienza sono le chiavi per comprendere la vera natura dell’Universo), la morte potrebbe essere solo un’illusione, l’esperienza sensibile dell’uscita dall’Universo olografico.

Un pensiero filosofico antico

Platone, filosofo greco molto importante dell’epoca classica, elaborò un intrigante racconto – Il mito della caverna -, attraverso il quale tentava di spiegare la sua idea sulla natura della realtà. Il filosofo greco era convinto che il nostro mondo, l’universo e tutto quanto, non fosse altro che la copia sbiadita della vera realtà, chiamata Iperuranio (al di là dei cieli).

Quindi, quella che noi reputiamo essere la realtà, è semplicemente un’illusione. L’uomo sarà in grado di conoscere la vera natura dell’Universo solo quando la sua anima farà ritorno nell’Iperuranio, luogo nel quale sarà possibile conoscere le cose così come sono.

Ma supponiamo per un momento che viviamo in una simulazione e la nostra realtà non è altro che un’illusione. Dalla nostra esperienza sensoriale, potremmo pensare di essere una specie avanzata. Eppure, possediamo una conoscenza molto limitata del mondo che ci circonda.

Basta pensare che non abbiamo la facoltà di percepire né gli infrarossi, né gli ultrasuoni. Quante altre cose sfuggono ai nostri sensi? Come spiegare fenomeni assurdi come la materia oscura o l’energia oscura o i buchi neri?

Nick Bostrom, docente presso la Facoltà di Filosofia all’Università di Oxford e direttore fondatore del Future of Humanity Institute e del Programma sugli impatti della Future Technology della Oxford Martin School, alcuni anni fa, ha presentato quello che è stato definito “Argomento sulla simulazione” che è ancora fonte di ampi dibattiti tra gli scienziati.

Mettendo una parentesi alla parte matematica della teoria, Bostrom inizia la sua riflessione con l’ipotesi che le civiltà future avranno abbastanza potenza di calcolo e avanzate capacità informatiche per essere in grado di creare una simulazione avanzata della vita umana.

La simulazione sarebbe abitata da esseri programmati con una tale complessità da essere coscienti e avere lo stesso tipo di esperienze che abbiamo noi. I cervelli simulati, sarebbero parte integrante di questo universo matrice.

Nella sua ipotesi, Bostrom non fa previsioni su quanto tempo ci vorrà per sviluppare questa capacità. Alcuni futurologi credono che questo possa avvenire entro i prossimi 50 anni. “Ma anche se ci volessero 10 milioni di anni, questo non fa alcuna differenza per l’argomento”, spiega lo stesso Bostrom nel suo articolo “Viviamo in una simulazione al computer?”.

Il nostro universo ha un’età tra i 14 e i 16 miliardi di anni, quindi, è probabile che una civiltà antecedente alla nostra, molto più evoluta, sia stata in grado di realizzare la sofisticata simulazione nella quale ci troviamo.

Bostrom è consapevole, però, che la sua idea è indimostrabile, se non altro per il fatto che possediamo talmente poche informazioni sulla realtà che è impossibile stabilire se questa ipotesi è vera o falsa. Se fosse vera, “le leggi scoperte da Copernico, Darwin, Einstein e gli altri, sarebbero la descrizione sensibile del funzionamento della realtà simulata.

Queste leggi potrebbero essere o non essere identiche a quelle che operano al livello più fondamentale della realtà, cioè al di fuori del computer che sta eseguendo la nostra simulazione”.

Ma perché una civiltà avanzata dovrebbe creare un mondo virtuale?

Secondo Bostrom, potrebbe trattarsi di un esperimento scientifico, con lo scopo di studiare le epoche tecnologicamente più primitive. Ma peggio ancora, potrebbe trattarsi di un gioco virtuale per i nostri creatori, elaborato con lo stesso spirito con il quale noi giochiamo con “The Sims”! E’ davvero impossibile a dirsi.

Ma è possibile capire se stiamo veramente vivendo in una Simulazione?

Se i programmatori dell’universo matrice non vogliono farci sapere che la nostra realtà è una simulazione, forse non riusciremo mai a capirlo. Ma se decidono di dirci la verità, sicuramente, prima o poi, si sveleranno. Un giorno qualsiasi, mentre passeggi per strada, potrebbe aprirsi una finestra di pop-up davanti ai tuoi occhi con su scritto “Questa è una simulazione. Clicca qui per maggiori informazioni!

In verità la questione potrebbe essere più intrigante. Ammesso che siamo delle menti simulate, il fatto che ci poniamo domande sulla natura della realtà è previsto dal programma, si tratta di un errore o di una evoluzione non prevista dagli architetti?

Alcuni pensatori di indole più spirituale, hanno ipotizzato che quella che a noi sembra essere una simulazione, potrebbe semplicemente essere il modo di operare dell’Architetto (la grande mente che ha elaborato la realtà e che qualcuno individua con la parola Dio).

In questo caso, le domande esistenziali che abitano la mente dell’uomo – chi siamo, qual è lo scopo della nostra vita, cosa è la realtà e cose c’è dopo la morte – sarebbero la parte più importante della nostra programmazione, anzi, lo scopo principale e non un errore o una semplice evoluzione non prevista. Se così fosse, forse l’umanità è orientata più alla dimensione “esistenziale” dell’esperienza della vita che a quella materiale, che in quanto simulata, non è altro che un’illusione.[fonte]

Lascia un commento