Federico Bellini (Pontedera (Pisa), 1978 è un musicista, compositore, gallerista e curatore di mostre d’arte che si dichiara contattista e vittima di abduction, e deve la sua notorietà al fatto di sostenere di avere vissuto alcuni episodi di incontro ravvicinato del terzo e quarto tipo con esseri alieni.
I suoi episodi sono stati investigati tramite ipnosi regressiva dal chimico organico e ricercatore ufologico (ex-CUN) Corrado Malanga.
La storia di Bellini, come quella di altri contattisti, risulta a tutt’oggi non verificabile
I presunti rapimenti alieni nella visione belliniana
Le adduzioni aliene sono un tema vasto e complesso che abbraccia molte questioni importanti: sul perché di tali rapimenti, le finalità aliene, le modalità di rapimento, su cosa poi avvenga durante il rapimento stesso. Fondamentalmente un’adduzione è una visita medica condotta dall’alieno, un vero e proprio check-up che effettuano in media tre volte l’anno su ogni persona rapita.
Per l’alieno è importante che il soggetto sotto osservazione, rimanga in condizioni di salute ottimale, conduca una vita possibilmente sana, senza eccessi e che mantenga in forma il proprio contenitore (corpo). Ma spesso avviene che dalla visita medica, si passi anche agli esperimenti con tanto di cicatrici sparse sul corpo, ai rapporti sessuali, il prelievo di sperma, l’inseminazione artificiale per sperimentare nuovi ibridi umano-alieni, sino ad arrivare all’utilizzo dei fenomeni paranormali dell’addotto e delle sue potenzialità energetiche.
L’uomo possiede una fonte di energia inesauribile che loro non hanno, l’uomo per l’alieno è come una mucca da mungere, dal quale prelevare materiale e soprattutto energia, perché per loro è fondamentale “nutrirsi” attraverso di noi. Ecco che nasce il mito del “vampiro”, dei demoni che affollano le notti di tante persone, sino ad arrivare alla figura del diavolo che ti ruba l’Anima.
Perché è l’Anima che l’alieno vuole e sta cercando in tutti di modi di impossessarsene.
Comune nel ricordo di molti addotti è il senso di sdoppiamento della propria personalità, la sensazione di aver perso qualcosa di se, e quando accade, è facile cadere in forti depressioni, in situazioni di stanchezza cronica dove tutto risulta difficile da superare. Questo avviene perché nei casi più estremi, l’alieno che ha bisogno di energia per sopravvivere, introduce l’addotto in un contenitore, una macchina o cilindro, dove attraverso vibrazioni emesse da basse frequenze, stacca questa energia vitale per spostarla momentaneamente in un altro cilindro, dove all’interno si trova l’alieno stesso e che così viene “rigenerato”.
Tali sfasamenti di personalità, inoltre, sono spesso causati anche dalle copie, si tratta di veri e propri cloni dell’addotto, creati dall’alieno e che vengono usati come “ruota di scorta”, non solo perché possono fare un duplicato di tutte le informazioni contenute nell’originale, ma perché in sostituzione al vero addotto, possono anche utilizzarlo per svariati scopi (soprattutto militari).
Le copie hanno bisogno per sopravvivere di ricaricarsi di energia, quindi se vengono attivate, l’Anima si trasporta momentaneamente anche al loro interno, per donargli linfa vitale necessaria a sopravvivere.
Ogni adduzioni dura in media 40 / 45 minuti, salvo casi rari dove l’addotto può essere prelevato per giorni, settimane o addirittura mesi, in questo caso al suo posto viene rilasciata la copia stessa del soggetto, che svolgerà le funzioni dell’originale in sua sostituzione.
Adduzione Fisica e Adduzione OlograficaModifica
Le adduzioni possono variare a seconda della razze aliene che la conducono, ma fondamentalmente si distinguono in due tipi principali: l’Adduzione Fisica e Olografica.
L’Adduzione Fisica consiste nell’entrare nella camera dell’addotto attraverso una porta dimensionale, questo tipo di adduzione è comune per i Grigi e i Militari, in quanto svolgono per la maggior parte delle volte il lavoro sporco per le altre razze aliene, in qualità di servitori (o schiavi nel caso dei Grigi).
L’alieno o il militare, entra in camera attraverso la porta e ti invita a seguirlo, spesso accade che si tocchi l’addotto, lo si afferri o venga preso letteralmente in braccio. In genere sono molto accorti a non lasciare traccia, ma può capitare che spostino oggetti, lascino impronte o quando riportano l’addotto, non sia rivestito correttamente, venga posizionato sul letto in modo anomalo, anche completamente nudo.
Nell’Adduzione Olografica, invece, l’alieno apre ugualmente una porta dimensionale all’interno della camera ma non vi entra, rimane all’interno dell’astronave o comunque del suo ambiente e invita l’addotto a seguirlo, tale adduzione è tipica di varie razze aliene con problemi fisici, dato che per la loro statura o grandezza creerebbero danni e lascerebbero tracce evidenti.
Proprio per il livello di sicurezza raggiunto, l’Adduzione Olografica resta la più utilizzata nei rapimenti da parte degli alieni. In questo tipo di adduzione è comune negli addotti, ricordare la presenza degli alieni nella propria camera, ma data la loro statura, di non capacitarsi come sia possibile la loro presenza all’interno della stanza stessa. Il ricordo di una visione dell’alieno in forma bidimensionale, immagine a volte disturbata, conferma la tipologia dell’adduzione aliena, spesso accompagnata dalla presenza fisica del Grigio o del servitore, che invece è materialmente presente o sul “ciglio della porta”, pronto ad intervenire in caso di necessità.
La testimonianza di Bellini stesso Modifica
Nei casi di rapimento alieno è comune passare un infanzia difficile, avere lutti familiari che ti segnano nel profondo, che generano a sua volta una situazione intima complessa.
A tutto questo si aggregano i ricordi dell’infanzia, di cui moltissimi strani, senza contare problemi con il sonno, con conseguenti sogni lucidi a ritmi frenetici che negli anni vanno crescendo, arrivando persino a condizionare la propria percezione della realtà. Inoltre è sempre presente la sensazione di essere “alieno”, con comportamenti personali strani, asociali, dove è comune circondarsi di amici ancor più strani che nella loro vita riportano chissà quante esperienze particolari.
Inoltre è comune la sensazione di avere qualcosa dentro che ti logora, a volte sembra un animale, un parassita, un “verme solitario” che ti prosciuga. Man mano che passa il tempo si diventa più insensibili, a volte sembra di non avere più il carattere, la sensibilità, l’Anima che “si pensava” di avere un tempo. Spesso ci si ritrova a fare cose che non sono parte di noi, cose che non si riesce nemmeno a spiegare, perché non c’è più la realtà di essere se stessi. Infine il passo più grave ed eclatante: ipotesi e tentativi di suicidio, quasi sempre falliti, perché è un continuo ripetersi: “non sono di questo mondo, sono di un’altro e la, voglio ritornare!”
“Personalmente ricordo che da bambino si manifestavano manie tra le più disparate, come quella di cercare Atlantide, ricreare il mondo come doveva essere ai tempi del Diluvio Universale, insomma, cose incomprensibili che nemmeno genitori e familiari riuscivano a spiegarsi, soprattutto se a scuola non ottenevo buoni voti.
Inoltre mi capitava di ritrovarmi a guardare per ore il cielo notturno, con tutte le sue stelle, ma spesso mi accorgevo che c’erano stelle che non lo erano e non erano nemmeno aerei.
Poi le presenze, soprattutto la sera, dove in quelle notti serpeggiava la paura del buio, la stessa paura che ritornerà da adulto, una volta presa coscienza del problema alieno. Da adolescente scrivevo racconti, che spesso e volentieri distruggevo in preda a furie inspiegabili.
Parlavano di Apocalisse, dell’umanità che finisce, che si logora, che si ritrova a divorare se stessa con atti di cannibalismo. Un futuro prossimo dove ci saranno “lager” nel quale le persone saranno tenute come riserva di carne umana, ed altre persone che negando questa condizione, si ritroveranno costrette a vagare con delle bende sul volto per non sentire l’odore del sangue. L’umanità soccomberà, la terra si ricoprirà di sangue e si formeranno dei grumi.
Dentro questi grumi si formeranno poi dei feti, ma non saranno più umani, saranno ibridi umano-alieni così tanto simili alla razza Mantide, ma mantidi grigie e che si andranno ad unire agli uomini superstiti.
Poi nasceranno città sulle montagne, vere e proprie fortezze, bianche, gigantesche, di lucente marmo, dove abiterà una nuova società, una nuova umanità. Tutto sarà funzionale, spirituale, ognuno nascerà con un compito ben preciso, tutto sarà perfetto ma non ci saranno “Alieni”, loro resteranno fuori, perché quella sarà la nostra nuova casa.
Si scoprirà più tardi che queste visioni infantili erano delle descrizioni archetipiche di un probabile futuro, dove la fine dell’umanità viene sublimata da un immane sacrificio e dove la visione del sangue (il nostro DNA unito a quello alieno), porterà alla creazione di un essere nuovo che prenderà il nostro posto, ovviamente visto sotto un ottica alieno-mantidea.
Si, perché la mia vita è sempre stata influenzata da questa razza aliena, dato che nella mente, all’interno del mio cervello era stata innestata una loro MAA, una Memoria Aliena Attiva. L’addotto, cioè colui o colei che sono stati rapito da alieni, hanno dentro il loro cervello una zona di memoria ad accesso negato.
In questa zona di cervello, si installa una MAA o Memoria Aliena Attiva; una sorta di essere alieno con Spirito e Mente ma senza corpo ed Anima che, per sopravvivere, utilizza il corpo dell’addotto nel tentativo di carpirne l’energia vitale (Anima) attendendo che qualcuno dei suoi amici gli prepari un corpo alternativo dove installarsi, evitando così di morire per sempre.”
Intervista a Federico Bellini parte prima.L’uomo rapito dagli alieni
Intervista a Federico Bellini parte seconda.L’uomo rapito dagli alieni