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Una stella a 1500 anni luce da noi mostra anomalie di luminosità che gli scienziati non sanno spiegare: è uno sciame meteorico o una megastruttura aliena? Né l’uno né l’altro, ma allora cos’è? Facciamo il punto sulla discussione in corso.

Né uno sciame di comete né uno schermo galattico di pannelli solari costruito “n” mila anni fa da una civiltà aliena evoluta. Gli ultimi studi – quello di un gruppo di astrofisici americani pubblicato il 18 dicembre su Iopscience e quello dello scienziato tedesco Bradley E. Schaefer, della Louisiana State University, apparso il 13 gennaio sulla rivista The Astrophysical Journal Letters, oltre a un rapporto del nostro Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), smontano entrambe le ipotesi e alimentano il mistero sul parziale e anomalo oscuramento della stella KIC 8462852, a 1.480 anni luce dalla Terra e da anni nel mirino del telescopio spaziale Kepler.

L’origine del dubbio. Uno dei modi per scoprire l’esistenza di un pianeta consiste nell’osservare le stelle e la loro luminosità: questa infatti si riduce, se c’è un sistema planetario, a intervalli regolari al passaggio dei pianeti “davanti” alla stella. KIC 8462852 si presenta con una situazione anomala: la riduzione di luminosità non è periodica, e ogni volta che è stata osservata è stata differente. L’oscuramento è molto marcato, è arrivato fino al 22%, e non può essere spiegato dal passaggio di un pianeta – anche se grande come Giove – tra la stella e il telescopio: per arrivare a quel livello di oscuramento, la massa in rotazione attorno alla stella deve essere infinitamente maggiore.

È una valutazione condivisa, per la quale sono però state avanzate spiegazioni diverse e anche fantasiose. Una, quella preferita dalla comunità scientifica, ipotizza l’esistenza di una famiglia di comete, o di asteroidi, abbastanza grande da creare quello scherzo di luce.

Un’altra spiegazione, avanzata in via ipotetica da Jason Wright, astronomo della Penn State, presentava quella grande massa in orbita attorno a KIC 8462852 come il frutto di una tecnologia aliena: una megastruttura spaziale, forse scudi solari o – al contrario – collettori di energia solare.

Freeman Dyson, fisico e matematico statunitense

a sfera di Dyson. Un’ipotesi affascinante, quest’ultima, proposta appunto “in via ipotetica”, ciliegina sulla torta per una discussione in corso da tempo.

Il riferimento è alla sfera di Dyson, struttura teorizzata nel 1959 dal fisico britannico Freeman Dyson, per il quale una civiltà sufficientemente avanzata potrebbe essere in grado di realizzare una sfera di raggio pari a quello di un’orbita planetaria attorno a una stella, per catturarne l’energia in modo super efficiente, per sfruttarla al cento per cento o anche per proteggersi dai suoi capricci.

Nel caso di KIC 8462852, l’ipotetica struttura dovrebbe essere stata costruita almeno 1.500 anni fa, ossia il tempo necessario alla luce per arrivare fino a noi.

Le due confutazioni. Adesso, mentre lo studio degli astrofisici americani suggerisce che KIC 8462852 sia una stella nana e che le oscillazioni di luce siano dovute a un intenso bombardamento nelle sue primissime fasi, coerente con l’ipotesi di un gigantesco sciame cometario, la ricerca di Schaefer va in un’altra direzione.

Qual è la causa delle anomalie di luminosità di KIC 8462852, una stella della costellazione del Cigno a circa 1.500 anni luce da noi.

 

Shaefer ha scoperto negli archivi di Harvard vecchie immagini di KIC 8462852, risalenti al 1890, che la mostrano notevolmente più brillante di oggi. Ma KIC 8462852 è una stella di classe F V (nana bianco-gialla, più calda e massiva del Sole): la sensibile riduzione di luminosità, evidenziata da quelle immagini storiche, dovrebbe essere frutto di una evoluzione che richiede milioni di anni per compiersi, non secoli. Altre stelle simili valutate per lo stesso periodo temporale sono rimaste sostanzialmente invariate.

Per Schaefer, però, l’ipotesi dello sciame meteorico non regge perché occorrerebbero qualcosa come 600.000 comete, ognuna di almeno 200 chilometri di diametro. Una condizione che Schaefer giudica altamente improbabile.

Gli americani, d’altra parte, si sono messi d’impegno per smontare l’ipotesi della civiltà aliena. Secondo loro basta fare il conto partendo dal fatto che KIC 8462852 ha un diametro di 1,6 volte quello del Sole: per bloccare il 20 per cento della sua luce dovrebbe esserci una cupola con una superficie di 750 miliardi di chilometri quadrati, 1.500 volte l’area della Terra. Un’impresa altrettanto “altamente improbabile”, anche per una civiltà molto avanzata.

Nè l’uno né l’altro. Shaefer mette un punto interrogativo sull’ipotesi dello sciame cometario, gli americani giocano a smantellare la sfera di Dyson.

Il nostro Istituto nazionale di astrofisica è sulla stessa lunghezza d’onda dei colleghi statunitensi: “Non esiste nessuna megastruttura aliena su KIC 8462852”, è riportato nel notiziario Inaf, dove si legge anche che una campagna di osservazioni ottiche condotte al Boquete Optical Seti Observatory (Panama), “non ha dato risultati positivi sull’eventuale presenza di megastrutture in orbita attorno alla stella”.

Al momento, però, nessuno ha ancora un’ipotesi solida per spiegare lo strano comportamento di KIC 8462852.[fonte]

 

 

 

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