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Un hacker scozzese ha violato gli archivi segreti del Pentagono e della NASA. La richiesta di estradizione degli USA e la prospettiva della carcerazione a Guantanamo. Ha trovato files con le testimonianze di UFO e alieni?

Un hacker viola i segreti del Pentagono e della NASA

È notizia di questi giorni che Gary McKinnon, l’hacker scozzese che circa dieci anni fa aveva violato per due anni consecutivi gli archivi informatici del Pentagono e della NASA, non sarà estradato negli USA come era stato chiesto dal Governo americano. Se il Governo inglese avesse accettato la richiesta di estradizione, lo attendeva una severa punizione da parte della magistratura statunitense, rischiando anche l’internamento presso la base militare di Guantanamo come un terrorista che aveva attentato alla sicurezza degli Stati Uniti.

Nel lasso di tempo trascorso tra febbraio del 2001 e marzo del 2002, Gary McKinnon, che operava come hacker con lo pseudonimo di “Solo”, era riuscito a penetrare in 97 computer militari e della NASA.

L’hacker scozzese Gary McKinnon

Secondo l’accusa dei tribunali americani avrebbe cancellato files essenziali del sistema informatico e avrebbe causato lo spegnimento della rete del Distretto Militare di Washington. Inoltre, le autorità statunitensi hanno accusato McKinnon di aver reso inutilizzabili i computer della Marina, dell’Aeronautica e del Dipartimento della Difesa, provocando danni economici per oltre 700.000 dollari. Tutto questo proprio nel periodo in cui gli Stati Uniti erano stati oggetto dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 alle due torri gemelle di Manhattan.

“Non volevo arrivare a questo”, si è difeso il McKinnon, confessandosi alle autorità inglesi che lo interrogavano. Un personaggio con la frangetta scura e gli occhi a mandorla che riporta inevitabilmente alla mente Mr Spock della serie di Star Trek. “Ma poi si finisce con il desiderare di violare sistemi di sicurezza sempre più complessi. È come un gioco. Crea dipendenza…” E continua: “L’ho fatto perché speravo nell’esistenza di alieni, di esseri più avanzati di noi, che ci tengono d’occhio in maniera, speriamo, benevola. Ma siccome tutti sembravano più interessati a credere negli UFO, anziché provarne l’esistenza, allora ho pensato che potevo cercarli negli archivi del Pentagono e della NASA”.

Per i suoi sostenitori, McKinnon è piuttosto una sorta di ciber-Mulder della serie televisa X-Files, una specie di cercatore solitario di verità tra gli X-Files degli alti comandi americani, Pentagono incluso. Ex parrucchiere inglese, entrava nei loro sistemi da casa sua, in un quartiere a nord di Londra, ma sostiene di non avere mai agito da vandalo e di non aver mai arrecato alcun danno ai sistemi informatici americani. Si è limitato solamente a sfogliare documenti riservati.

“Solo” lo aveva ribadito anche in una intervista rilasciata nel 2006 durante la trasmissione “Click” della BBC per spiegare come aveva fatto ad entrare negli archivi del Pentagono e della NASA, raccontando che cosa aveva realmente fatto e che cosa aveva trovato.

Il Pentagono USA

Un caso internazionale

Gli Stati Uniti hanno tentato con tutti i mezzi possibili di ottenere l’estradizione dell’hacker scozzese, accusato dai giudici federali del tribunale della Virginia di aver compiuto un terribile crimine informatico, che è stato definito come “the biggest military computer hack of all time“, il più grande hackeraggio militare di tutti i tempi.

Nel mese di novembre del 2002, per rincarare la dose delle imputazioni, McKinnon venne accusato anche di aver violato sette leggi penali relative ai crimini informatici. Non ricevendo alcuna risposta dal Governo inglese, nel 2005, in base all’Extradition Act che regola il trattato tra Regno Unito e Stati Uniti, questi ultimi avviarono quindi un procedimento di estradizione che doveva risolvere definitivamente il caso sul piano penale. La procedura venne discussa dalla magistratura inglese che teneva conto dell’opinione pubblica, nel frattempo insorta per bloccare il procedimento

Un buono per te

Gli Stati Uniti, per riuscire nel loro intento e per ammorbidire la situazione, nel 2006, durante un’udienza, presentarono quindi una nota, non firmata, dell’Ambasciata americana dove si dichiarava che McKinnon non sarebbe stato trattato come un terrorista, ma che comunque, una volta giunto negli USA, sarebbe stato sottoposto a un regolare processo militare che lo avrebbe condannato a 70 anni di carcere, da scontare presso la base militare della Baia di Guantanamo.

La decisione del Governo inglese

L’estradizione sembrava ormai inevitabile. A nulla erano serviti gli accorati appelli della madre di McKinnon al presidente Obama, né le proteste dei blogger americani, né tantomeno le manifestazioni del 2009 di fronte all’Ambasciata americana di Londra. Non erano valse neppure le proteste gridate dalla folla durante la visita di Obama a Londra per il Summit del G20 dello stesso anno. Non erano serviti nemmeno gli interventi di noti musicisti, come David Gilmour dei Pink Floyd, gruppo che aveva addirittura realizzato un CD in supporto all’azione dei legali di McKinnon per cercare di impedirne l’estradizione.

Gli Stati Uniti sembravano più che mai decisi a vendicarsi dell’intrusione fatta da McKinnon nei loro santuari informatici più segreti e meglio custoditi. Tuttavia in questi giorni le cose sembrano essersi concluse inaspettatamente a favore dell’hacker. In suo aiuto è intervenuto il Sottosegretario di Stato per gli Affari Interni del Regno Unito, Theresa May, che ha deciso diversamente e ha respinto la richiesta di estradizione avanzata dalle autorità statunitensi. Alla base della sua decisione ci sono le precarie condizioni fisiche dell’hacker scozzese, oggi quarantasettenne, che sarebbe afflitto da sindrome di Asperger.

Il Ministro degli Interni ha preso questa decisione dopo aver studiato i referti medici: la sindrome di Asperger, abbinata alla depressione dell’hacker, avrebbe aumentato pericolosamente le possibilità di un suicidio.

“Ho concluso che l’estradizione del signor McKinnon”, ha dichiarato in merito il Ministro, “potrebbe rappresentare un rischio elevato per la sua vita. La decisione di estradare il signor McKinnon è incompatibile con i suoi diritti umani. Ho quindi revocato l’ordine di estradizione.”

La corte americana dovrà ora valutare se il procedimento legale potrà continuare nel Regno Unito.

Che cosa ha scoperto McKinnon?

L’hacker scozzese, di fronte agli inquirenti inglesi, aveva ammesso di essersi introdotto nei computer del Governo degli Stati Uniti, non per recare danno, ma solo per cercare le prove dell’esistenza degli UFO. Ma McKinnon era alla ricerca, oltre che delle prove dell’esistenza degli alieni, anche di dati sulla tecnologia non divulgata al pubblico che sarebbe di dominio esclusivo degli americani. Un caso che egli stesso ha definito come “il segreto meglio conservato del mondo”.

Gary McKinnon sostiene che ora gli USA, bruciati nell’orgoglio nazionale e temendo che egli possa divulgare inviolabili segreti, vogliano fare di lui un “capro espiatorio”, e si difende ripetendo: “non sono un terrorista, volevo solo trovare la prova dell’esistenza degli extraterrestri”.

Mc Kinnon ha parlato, in merito a quanto ha scoperto a seguito della sua intrusione, di verità ben celate negli archivi della NASA e del Pentagono che potrebbero cambiare le sorti dell’umanità.

Una ricostruzione dell’oggetto visto da McKinnon negli archivi segreti della NASA

 

Secondo la sua testimonianza, nei files segreti del Pentagono avrebbe trovato l’esistenza di un progetto denominato “Disclosure Project”, o Progetto Rivelazione, dove esperti in vari campi della aeronautica affermano che gli USA hanno catturato astronavi aliene e le hanno smontate per esaminarle.

Da questa operazione gli USA avrebbero sviluppato la tecnologia dell’antigravità, attraverso la cui applicazione domestica sarebbe possibile ottenere energia gratuita e disponibile per tutti. Negli archivi segreti della NASA McKinnon avrebbe inoltre trovato una dichiarazione secondo la quale nell’edificio numero 8 del Johnson Space Center vengono cancellate regolarmente le foto degli UFO dalle immagini satellitari ad alta risoluzione.

In questi archivi c’erano cartelle denominate “filtrate” e “non filtrate”, “elaborate” e “grezze”. McKinnon sarebbe riuscito ad aprire solamente una di queste cartelle e a visualizzare una sola immagine che definisce come l’immagine stupefacente di qualcosa che si trovava sopra l’emisfero terrestre e che appariva essere indubbiamente di natura aliena. In merito ha affermato: “Tenendo a mente che la mia era una connessione internet molto lenta, a 56k, all’epoca del dial-up, per avere tutta l’immagine ho abbassato la risoluzione. Quanto è apparso sul mio monitor era straordinario, il culmine di tutti i miei sforzi. Era l’immagine di qualcosa che non poteva essere prodotto da mani umane”, asserisce McKinnon. “Si trovava sopra l’emisfero terrestre. Assomigliava a un satellite. Aveva la forma di un sigaro e aveva cupole geodesiche sopra, sotto, e a entrambe le estremità. Malgrado la bassa risoluzione che sono riuscito a ottenere, l’immagine era molto distinguibile. Questa cosa era sospesa nello spazio, non aveva giunture e nessuno dei segni della normale fabbricazione umana”.

Sono realmente queste le testimonianze che possono turbare i sonni dei dirigenti del Pentagono e della NASA, nel timore che venga compromessa la sicurezza nazionale degli Stati Uniti? McKinnon ha trovato effettivamente informazioni riservate che riguardano l’esistenza degli alieni?

Il rinvenimento del file degli “Agenti Non-terrestri”

Tra le varie cose rinvenute nei files segreti, l’hacker ha anche dichiarato di aver trovato una lista di agenti governativi classificati sotto il titolo di “Agenti Non-terrestri”.

Il Governo americano ha scherzato benevolmente su questa affermazione, dicendo che non si trattava certamente di omini verdi in visita sulla Terra, che stavano operando per conto di qualche potenza aliena, ma che si trattava in realtà di agenti del Pentagono impiegati in azioni non specificatamente sulla terraferma, ma sulle navi che vanno per mare.

McKinnon contesta questa ipotesi di comodo: “In effetti ho trovato anche una lista di trasferimenti da flotta a flotta e una lista di nomi di navi. Ho cercato di scoprire di che navi si trattasse, ma non sembrano esistere nei vari elenchi delle flotte internazionali. Non sono certamente neppure della Marina americana. Ho idea piuttosto che gli americani abbiano navi spaziali segrete”.

L’hacker ha sempre riconosciuto che “l’accesso non autorizzato” ai computer altrui “è contro la legge ed è sbagliato”, ma dichiara di voler essere processato in Inghilterra, “nel mio Paese, secondo la legge contro l’abuso dei computer, e voglio che gli americani forniscano le prove per l’estradizione, perché so di non avere provocato danni. Vogliono estradarmi per via di quello che cercavo e che ho trovato”.

“Penso di essere stato moralmente nel giusto. Adesso sono pentito, ma credo fermamente nell’idea che la tecnologia dell’energia libera, anche se di origine aliena, debba essere resa disponibile a tutti senza dover essere imprigionati nei giochi di mercato e di potere che derivano dal commercio del petrolio”.[fonte]

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