Pochi lo sanno, ma la Corsica è la regione europea più ricca di menhir: in tutta l’isola se ne contano più di 500! La stragrande maggioranza di questi monumenti si trovano nel sud. Secondo alcuni studiosi, i primi menhir in Corsica risalirebbero al 3300 avanti Cristo. A differenza degli altri menhir sparsi per l’Europa, su alcuni monoliti còrsi sono stati scolpiti volti umanoidi per ricordare una visita celeste avvenuta molti secoli fa
La Corsica è la regione europea con la più significativa presenza di menhir, un monumento preistorico molto semplice, in quanto si tratta di una pietra unica eretta verticalmente nel terreno.
Alcuni di essi sono notevoli figure di granito che possono raggiungere i 4 metri di altezza ed il peso di quasi 2,5 tonnellate.
I menhir più significativi si trovano nel magnifico sito di Filitosa, scoperto nel 1946 dal proprietario della terra, Charles-Antoine Cesari. I veri e propri scavi cominciarono nel 1954. Il ritrovamento di alcune punte di freccia e di oggetti in ceramica testimoniano che il sito era già abitato nel 3300 a.C.
Intorno al 1500 a.C., furono eretti menhir di due, tre metri. Essi furono scolpiti con volti dalle sembianze umane, armature e armi. In totale, nel sito di Filitosa si contano circa 20 statue.
Le statue-menhir sono state erette dai nativi perché le generazioni future potessero ricordare qualcosa di importante. Questa affascinante eredità è stata lasciata da una cultura indigena completamente sconosciuta. Cosa sia accaduto a questo popolo non è chiaro, così come è avvolta nel mistero la sua origine.
Tutto ciò che rimane sono questi intriganti monumenti megalitici che variano molto in forma e dimensioni. I loro allineamenti non sembrano essere basati sul sorgere del Sole o della Luna. Essi, invece, formano una linea nord-sud, il cui significato non è ancora stato compreso.
C’è anche un altro puzzle rispetto alle statue-menhir: ci sono alcune di esse che raffigurano sono il volto, mentre altre riportano dettagli anatomici ben definiti, come spalle e mani. Alcune statue sono raffigurate con armi simili a pugnali o spade.
Si tratta di caratteristiche uniche, in quanto la definizione di tratti antropomorfi sui menhir non è stata riscontrata in nessun altro sito archeologico. Ciò spiega perché i monumenti di granito della Corsica esercitano tanto fasciano.
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I volti presentano nasi lunghissimi e menti molto arrotondati. Le persone che li hanno visitati dice che il loro sguardo vuoto e fisso dà l’impressione di essere costantemente osservati, come una sorta di monito che attraversa i secoli.
Secondo Roger Grosjean, l’archeologo francese che condusse gli scavi nel 1954, le statue di granito còrse potrebbero rappresentare dei guerrieri, oppure i capi nemici sconfitti.
Egli ha anche ipotizzato che gli autori delle statue potrebbero essere stati i “Torréens” o “Gente del Mare”, il misterioso e distruttivo popolo marittimo che ha invaso diverse culture del mediterraneo nel corso del 2° millennio a.C., lasciando dietro di sé caratteristici templi a forma di cupola in Corsica, Sardegna e in altre parti del mediterraneo.
In Corsica, avrebbero anche scolpito le proprie immagini sul granito. Ma, perché l’avrebbero fatto solo su questa particolare isola e non in altri posti? Nessuno lo sa.
Se non sono stati i Torréens, allora potrebbero essere stati gli abitanti nativi della Corsica? In caso affermativo, per quale scopo? Se è così, allora bisogna ammettere che gli strumenti utilizzati per scolpire il quarzo bianco e il granito sono del tutto sconosciuti.
Molte delle statue sono state rappresentate con dettagli curiosi, tipo caschi emisferici che coprono la nuca. Altre figurano con delle statue lunghe scolpite sul petto. Inoltre, la parte superiore di quelli che sembrano caschi presentano due fori che potrebbero aver alloggiato delle corna… forse antenne?
Dunque, per i nativi dell’isola, in un tempo remoto della storia, la Corsica è stata abitata da una serie di strani esseri. Così come molti monumenti megalitici presenti in Sardegna, i menhir còrsi potrebbero far riferimento all’esistenza di un’antica razza di giganti?
Inoltre, agli enigmatici menhir còrsi era associato un culto religioso che faceva vedeva nei giganteschi monoliti la rappresentazione degli dèi venuti dal cielo. Anche dopo le invasioni greche e romane, i còrsi hanno continuato a venerare le pietre.
È possibile che i nativi della Corsica abbiano voluto registrare nelle rocce la testimonianza di un antico contatto con cosmonauti venuti da un altro pianeta, per trasmettere questa importante informazione alle generazioni future?
Centinaia di volti enigmatici sono lì, eretti e in completo silenzio, custodendo i segreti della Corsica preistorica. Secondo un’antica tradizione, le vecchie pietre hanno un anima, ma non possono parlare.
Se queste figure erette potessero davvero parlare, ci avrebbero certamente svelato chi esse rappresentano e chi ha voluto realizzarle.