L’autore, che insieme a Lao Petrilli ha visionato gli archivi dell’Aeronautica, racconta la sua storia
Non è difficile essere presi per pazzi se dici di credere agli Ufo, gli Unidentified Flying Object anglosassoni che in Italia – forse in pochi lo sanno – vengono chiamati “Ovni”, oggetti volanti non identificati. Eppure, dagli anni Settanta ad oggi, nel nostro paese si possono contare oltre 400 avvistamenti ufficiali, regolarmente catalogati e vidimati dall’Aeronautica Militare, da quando cioè il servizio venne istituzionalizzato per decisione del senatore Giulio Andreotti. Un fenomeno a cui due giornalisti Vincenzo Sinapi (Ansa) e Lao Petrilli (RDS, La Stampa) hanno dedicato un libro dal titolo “UFO – I dossier italiani” (Editore Mursia). “Abbiamo fatto richiesta formale all’Aeronautica e nel momento che abbiamo avuto accesso all’archivio abbiamo tenuto un approccio giornalistico esaminando i dossier e le carte in modo acritico”, ci tiene a precisare Sinapi in questa intervista al VELINO.
Quanti casi avete preso in considerazione?
“Abbiamo esaminato 445 avvistamenti provenienti da tutta Italia nel periodo compreso tra il 1972 e il 2013, 53 dei quali nel Lazio, 43 in Toscana, 36 in Campania e in Lombardia, 34 in Puglia, 31 in Sicilia. In fondo alla classifica troviamo l’Umbria, con 3, la Valle d’Aosta con 2, e il Molise, con un solo avvistamento. Il 90% delle segnalazioni dei cittadini è stato raccolto attraverso i Carabinieri e la compilazione di specifici moduli predisposti ad hoc”.
Che cosa avete trovato?
“Gli accertamenti dell’Aeronautica, l’unica Istituzione competente a raccogliere le segnalazioni di Ufo provenienti da Forze Armate, Forze di Polizia ed enti civili per il volo, alla fine sono sempre risultati negativi. Ma ciò dipende dal fatto che i loro controlli si fermano ad accertamenti standard. Ispezionano i tracciati dei radar, chiedono all’ufficio meteo e se non si tratta di un aereo o di un pallone sonda, l’avvistamento viene archiviato come Ovni. Su questo gli ufologici storcono il naso proprio perché reputano troppo blandi i controlli che vengono eseguiti. In Italia manca un soggetto che faccia altri tipi di accertamento per verificare se esistono ulteriori ipotesi in grado di spiegare ciò che viene visto. Durante le nostre ricerche ci siamo imbattuti in un accordo che avrebbe dovuto coinvolgere sei ministeri e il Cnr per garantire approfondimenti maggiori ma poi non se ne fece più nulla, nessuno sa perché”.
Qualche caso che vi ha fatto vacillare?
“Tra le 445 segnalazioni che abbiamo visionato ci sono testimonianze del tutto inverosimili. Nel mezzo però ci sono anche dichiarazioni di gente normale e alcune di fronte alla quali ti interroghi. Ad esempio quella di un pilota istruttore che nel 1994 racconta di aver seguito un Ovni e di non aver mai visto niente di simile. Quel velivolo non assomigliava a nessun tipo di aeromobile che avesse mai visto. Tra gli oggetti volanti non identificati che vengono descritti, oltre al classico disco volante, ci sono anche quelli a forma di ‘sigaro’, di ‘cappello da zorro’ o da ‘Babbo Natale’ o a ‘forma di ocarina’. Poi ci sono le descrizioni di ‘umanoidi’ ma qui si passa dall’alieno ‘altro tre metri con le ginocchia nodose’, a quelli ‘belli nelle loro tute attillate’, fino ad arrivare all’extraterrestre che parla italiano ma ha un timbro vocale metallico”.
Avete riscontrato una “evoluzione” nella tipologia o nella qualità degli avvistamenti negli anni che avete esaminato?
“È interessante notare un rilievo dai risvolti sociologici dal 1972 al 2013. Si vede il cambiamento dell’italiano nei confronti degli Ufo. Prima erano terrorizzati quasi avvinghiati al volante dell’auto o al cancello al momento dell’avvistamento. In anni recenti c’è quasi uno stalking un cercare di scattare una foto. Il massimo, lo dico sempre, sarebbe quello di fare un selfie con un marziano. Insomma, c’è un’apertura maggiore e maggiore emancipazione del cittadino quasi una consapevolezza del fatto che non esista nessun pericolo”.
Esaminando tutti quei dossier che idea si è fatta? Crede negli Ufo?
“Come ha detto il comandante del reparto che si occupa di Ufo nell’Aeronautica riferendosi agli avvistamenti ‘abbiamo visto cosa non sono’ ma non abbiamo nessun riscontro del fatto che siano dischi volanti marziani. Anch’io la penso così. Quando mia figlia mi chiede se ci credo rispondo di sì, ma purtroppo manca la pistola fumante, la prova definitiva come un pezzo di carlinga o cose simili. Come ha detto poco tempo fa l’astronauta italiano Nespoli in un’intervista, ritengo che esista vita nell’universo anche se ancora non abbiamo trovato nessuna prova che lo confermi”. [fonte]