Si trova a circa 500 anni luce, nella costellazione del Cigno. E’ il primo esopianeta ad essere nella ‘zona di abitabilità ‘ di una stella, che significa non troppo lontano, né troppo vicino alla superficie: potrebbe essere ricoperto da oceani
WASHINGTON – Il primo vero gemello della Terra potrebbe essere relativamente vicino, a “soli” 500 anni luce da noi. Grande all’incirca come il nostro pianeta, potrebbe persino essere ricoperto da oceani di acqua liquida, diventando così un luogo ideale ad ospitare la vita. Può sembrare fantascienza, ma è quanto ha scoperto un team internazionale che ha sfruttato il telescopio spaziale Kepler della Nasa e i telescopi degli osservatori Gemini e Keck, fra i più potenti del mondo.
La scoperta, pubblicata su Science, segna una tappa fondamentale nella lunga e intrigante caccia ai pianeti extrasolari con caratteristiche simili alla nostra Terra.
Un cugino dietro l’angolo. Il nuovo pianeta di tipo terrestre, chiamato Kepler-186f, orbita intorno Kepler-186, una stella nana grande circa la metà del nostro Sole. A scoprire questo sistema, formato da cinque pianeti, è stato Kepler, il telescopio appositamente progettato per dare la caccia ai pianeti extrasolari. I quattro pianeti più interni sono più piccoli della metà del nostro pianeta, mentre Kepler-186f ha delle caratteristiche speciali.
Sebbene non si conosca ancora la sua composizione, gli astronomi stimano che sia poco meno del 10% più grande della Terra. Ma c’è qualcosa ancora più straordinario circa questo pianeta. “Ciò che rende questa scoperta particolarmente interessante è che questo pianeta grande come la Terra, uno dei cinque in orbita intorno a una stella che è più fredda del Sole, si trova in una regione temperata dove l’acqua potrebbe esistere allo stato liquido”, ha commentato Elisa Quintana del Seti Institute e del centro ricerche Ames della Nasa in California, una delle responsabili del lavoro apparso su Science.
Questa regione è chiamata dagli astronomi zona (o fascia) di abitabilità, perché si ritiene che un pianeta in questa zona potrebbe ospitare l’acqua allo stato liquido, considerata uno dei requisiti essenziali per la nascita della vita come la conosciamo. Kepler-186f orbita ogni 130 giorni intorno alla sua stella, circa un terzo di un anno terrestre, e riceve circa un terzo del calore che la Terra riceve dal Sole. Ciò significa che si trova nella regione più esterna della fascia di abitabilità.
Una sfida per numeri uno. Scovare un pianeta come Kepler-186f è stata una grandissima sfida. Come ricorda Steve Howell del centro Ames della Nasa e project scientist di “Kepler”, non esiste alcun telescopio a terra o nello spazio capace di riprendere un’immagine diretta di un pianeta così piccolo e vicino alla propria stella. Infatti la luce del pianeta è così debole da perdersi nell’alone luminoso della stella principale.
Ma come hanno fatto gli astronomi a individuare questo pianeta e a misurarne le caratteristiche? Per portare a termine questa grande sfida osservativa, si sono serviti di due fra i telescopi più grandi del pianeta, entrambi installati sulla cima del Mauna Kea alle isole Hawaii. Il primo, Gemini Nord, è un telescopio riflettore da 8 metri di diametro, mentre il secondo è il riflettore Keck II da 10 metri di diametro. Questi strumenti sfruttano tecnologie di altissimo livello, che consentono di raggiungere risoluzioni angolari altissime. In particolare gli astronomi hanno sfruttato una tecnica chiamata “interferometria a macchie” offerta dal Gemini e l’alta qualità delle ottiche adattive del Keck II.
“Le osservazioni del Keck e di Gemini, combinate con altri dati e calcoli, ci hanno permesso di essere sicuri al 99,98% che Kepler-186f è reale”, ha commentato Thomas Barclay co-autore del lavoro e membro del team della missione Kepler. Il telescopio spaziale ha fornito i primi indizi, e Gemini e Keck hanno aiutato a chiudere il caso.
Ma ovviamente la vera sfida è trovare un pianeta ancora più simile al nostro, magari in orbita intorno ad una stella quasi identica al Sole. Uno scenario che anni fa era fantascienza e che presto potrebbe diventare realtà. La caccia a un’altra Terra è cominciata.[fonte]