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Lassù qualcuno ci (chi)ama: intervista al co-autore del libro Vincenzo Sinapi.

Lo sapevate? A Roma, a due passi da Porta Pia, sono conservati tutti i documenti che hanno a che fare con gli UFO. Ma solo quelli italiani. Che da noi, si chiamerebbero OVNI, acronimo di Oggetti Volanti Non Identificati, ma siccome è meno dinamico della sigla inglese non se n’è mai fatto niente. E sapevate che nel 1977, quando in Italia è uscito il filmone Incontri ravvicinati del terzo tipo, si registrò un picco di avvistamenti di velivoli, omuncoli e altre alienità, tanto che l’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti prese in considerazione l’idea di istituire un apposito organo della difesa, una sorta di Mib?
 
Il progetto poi, non è andato oltre la distribuzione di moduli di segnalazione avvistamento nei comandi di polizia e carabinieri, per atavica mancanza di fondi. Ora queste e tante altre curiosità, documenti (compresi i disegnini fatti dai testimoni) e testimonianze avvincenti sono raccontati in un libro appena uscito che si intitola Ufo: i dossier italiani (Mursia) di Vincenzo Sinapi e Lao Petrilli. Nessuno dei due è ufologo, entrambi sono giornalisti e la molla che li ha spinti a a scriverlo è stata non tanto la passione per i dischi volanti quanto quella per la notizia.
 
Si tratta quindi di un reportage super partes. «Avevo molto sentito parlare di questi misteriosi dossier custoditi dell’Aeronautica e mi sono messo a cercarli. Ho fatto per molti anni l’inviato di guerra e conosco bene il mondo militare», racconta Sinapi. «Così un giorno, parlando con il capo di stato maggiore dell’aeronautica, ho pensato di buttargliela là: “generale, potrei vedere questi benedetti faldoni?”. Lui mi ha detto di si. E così è cominciata».

E qual è l’attuale atteggiamento del nostro governo nei confronti degli ufo?
Quella degli oggetti volanti non identificati è a tutti gli effetti una violazione dello spazio aereo nazionale ed è per questo che ad occuparsi della materia è stata ufficialmente incaricata dalla Difesa l’aeronautica militare. Che quando riceve la segnalazione di un Ufo in primo luogo si preoccupa che l’oggetto non costituisca una minaccia alla sicurezza, facendo decollare anche dei caccia per andare a vedere da vicino, se necessario. I controlli che vegono svolti successivamente, attraverso vari uffici e reparti, compreso quello meteo, ci dicono se il fenomeno ha una causa tecnica o naturale. Se non ce l’ha , viene classificato come Ufo. Tutto qui. Sono questi i compiti affidati all’aeronautica dal governo, che in passato aveva pensato di affidare indagini ulteriori e più approfondite ad enti civili, come il CNR, ma poi non se n’è fatto niente. Nel libro si ricostruiscono, carte alla mano, anche questi aspetti.

Chi è negli “anta” ricordo bene che dopo l’uscita di Incontri ravvicinati, tutti vedevano ufo ovunque. Quanto la suggestione collettiva influenzava gli avvistamenti?
Secondo me parecchio. Ma la gran parte degli avvistamenti archiviati dell’aeronautica sono reali. Nel senso che il testimone quasi sempre ha visto, effettivamente, “qualcosa”.

L’argomento tira da sempre. Lei che ne pensa dei programmi come Mistero?
Intrigano, al di là della loro valenza scientifica.

La gente ha più timore o più speranza che ci siano altre forme di vita nell’universo?
Posso rispondere per me. Io “spero” che non siamo soli. Sarebbe tremendamente noioso.

Atterra un astronave, il capitano ha letto il vostro libro e chiede di conferire con lei. Ha una domanda da fargli?
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