Ci sono statue su Marte? Ovviamente, se rispondessimo di sì, dovremmo necessariamente affermare che qualcuno ce le abbia messe. E chi?
A partire dal 1976, quando Vincent DiPietro scoprì il famoso Volto di Cydonia, Marte, nel fotogramma 35A72 scattato dalla sonda Viking in orbita attorno Marte, qualcuno ha cominciato a pensare che un tempo su Pianeta Rosso potesse essere esistita una fiorente civiltà.
L’indagine più approfondita in materia è certamente quella portata avanti da Graham Hancock, Robert Bauval e John Grisby nel libro scritto a sei mani L’enigma di Marte.
Attraverso un attenta analisi di dati geologici, planetologici e fotografici, gli autori mostrano una serie di indizi a conferma della loro ipotesi. Inoltre, da quando gli archivi della Nasa sono disponibili on-line, una serie di ‘investigatori privati’ sempre più spesso riescono a scovare delle immagini che sembrerebbero indicare un’antica presenza intelligente su Marte.
E’ il caso dell’immagine individuata dal curatore di http://ufosightingz.blogspot.com. La foto (vedi immagine originale) mostra una roccia che, ai nostri occhi, sembra essere la metà di un volto umanoide, tanto da far ipotizzare che possa trattarsi di una statua di pietra andata distrutta in tempi remoti.
Alcuni altri appassionati si sono cimentati nel mostrare la perfetta simmetria del volto, come per cercare conferma del fatto che si tratti di un volto realizzato artificialmente.
Ma è proprio così, o si tratta solo di una pareidolia? E’ impossibile stabilirlo da una foto del genere. Resta il fatto che questa nuova foto è solo l’ultima di una lunga serie di immagini che sembrano mostrare ‘statue marziane’. Tutti certamente ricordano quella del faraone e della donna di pietra.
Civiltà perdute
Nel libro L’enigma di Marte, gli autori, ad un certo punto, tentano un grosso azzardo e si chiedono se il cataclisma che ha distrutto Marte sia lo stesso che ha cancellato l’ipotetica civiltà remota terrestre conosciuta come Atlantide.
E’ ormai accettata dai ricercatori la tesi secondo cui la Terra, in un passato non troppo remoto, circa 13 mila anni fa, avrebbe subito un colossale sconvolgimento geologico, molto probabilmente dovuto all’impatto con una cometa.
Secondo Hancock, Bauval e Grisby, questi sconvolgimenti non avrebbero interessato solo il nostro pianeta, ma il Sistema Solare nel suo complesso, dato che ogni suo pianeta mostra i segni di sconvolgimenti che ne ha condizionato la superficie, l’atmosfera, la velocità e l’angolo di orbita o la rotazione. Marte, in particolare, mostra ancora i segni di quella violenta catastrofe.
Attualmente, quando si dibatte sul passato del Pianeta Rosso, si confrontano due tesi alternative che si accordano quasi su tutto, eccetto che per un punto fondamentale sul quale differiscono profondamente.[fonte]
Entrambe, infatti, sostengono che su Marte un tempo esistevano l’acqua, la vegetazione e un’atmosfera, condizioni che avrebbero potuto consentire la vita biologica come oggi noi la conosciamo. Entrambe affermano che questo ambiente potenzialmente favorevole all’uomo fu distrutto da sconvolgimenti geologici.
L’unico serio punto su cui non si trovano d’accordo riguarda quando questo disastro si verificò. Fu davvero milioni di anni fa, come sostiene la “scienza” ufficiale, o fu solo qualche migliaio di anni fa, come suggeriscono le ricerche alternative, in una collocazione temporale che sembra accordarsi perfettamente con la devastazione di Atlantide?