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Da Rocknest, il rover Nasa Curiosity ha eseguito una serie di foto panoraiche di Marte che opportunamente assemblate hanno permesso di ottenere una successiva panoramica a 360° con una definizione di un miliardo di pixel. L’immagine navigabile si trova a questo indirizzo. Vi propongo alcune immagini che ho ritagliato dal mosaico sulle quali ritengo sia obbligatoria una riflessione. La più appariscente è quella di un essere umano – avete capito bene, un essere umano, homo sapiens sapiens – che giace prono. La posa del corpo è caratteristica di una persona che nell’imminenza della morte cerca istintivamente di proteggere il capo con le braccia. Ho accostato alla foto quelle di due calchi in gesso provenienti da Pompei che ci restituiscono la vivida corporeità di due vittime dell’eruzione del Vesuvio nello spasimo della morte. Come potete constatare voi stessi, non si notano differenze sostanziali. Che dire? Certamente quando le immagini custodiscono un messaggio così completo, è difficile aggiungere alcunché. Rimane soltanto da stabilire se l’essere ritratto nella foto sia un fossile o un corpo mummificato. Azzardo a dire che è entrambe le cose.

Supponiamo che un evento tanto catastrofico quanto improvviso abbia colpito Marte in un tempo indeterminato della sua lunga storia strappando via l’atmosfera e l’acqua in pochi secondi, tanto che ogni essere vivente, privato dell’habitat, sia rimasto fotografato nel momento della morte, come a Pompei Non conoscendo con esattezza quale possa essere stato l’evento, non so individuare il processo che ha permesso di conservare i corpi. Parlo al plurale, perché l’area sottostante Rocknest è prodiga di enigmi alcuni dei quali mi permetto di sottoporvi. Li ho raccolti in quattro collage: 1) sculture, 2) oggetti, 3) animali, 4) costruzioni. Alcuni già li conoscete come la testa di cavallo e la statua dal volto felino; ne ho selezionati altri per sottoporli alla vostra riflessione, perché esaminando le immagini trasmesse dal rover nei mesi successivi, non è più apparso nulla di paragonabile.

Difficile sostenere che si tratti, nella totalità, di pareidolie, perché, sul piano statistico, è difficile che si manifestino così numerose nello stesso luogo, mentre in altri luoghi siano completamente assenti. La riflessione che vi richiedo è anche una provocazione nei confronti della Nasa che ben conosce quel luogo, ancor prima  che vi scendesse la sonda Curiosity, tanto da averlo selezionato con il pretesto di studiare la stratigrafia del Monte Sharp. Guarda caso però, prima di raggiungere l’obiettivo,  il rover si attarda su Rocknest e di lì trasmette per vari giorni decine di foto ad altissima definizione. Da che cosa è attratto? O meglio: di che cosa cerca la conferma? Un’ultima notazione: a lato del mosaico della Nasa sono presenti numerose miniature che linkano luoghi e oggetti caratteristici. Oltre a un oggetto brillante riconosciuto come un frammento del paracadute della sonda, vengono anche segnalate una pietra a “forma di disco” e una formazione rocciosa a “forma di uccello”, cose tra l’altro del tutto secondarie, se non svianti. Viene perciò il sospetto che con questo suggerimento la Nasa voglia tracciare una linea guida cui l’osservatore è invitato ad attenersi.

Come se ci dicesse: badate bene che qualsiasi altra anomalia potesse apparire ai vostri occhi è soltanto la “forma di” qualcosa ma non la cosa in sé, o al più un oggetto proveniente dalla sonda. Conclusione: quanto la Nasa è disposta a pagare in termini di credibilità davanti  all’opinione pubblica, continuando a negare ciò che non è più un sospetto ma un’evidenza? Quousque tandem?

Post scriptum – Dico anche la mia sulla questione della pietra che prima c’era e che poi è apparsa. E se invece di una pietra fosse un’infiorescenza o una colonia di microorganismi sul tipo delle muffe? Ho controllato le foto originali e combina tutto. La pietra in questione non era nei dintorni perché la prima foto ha un campo visivo più ampio della seconda e non si nota da nessuna parte; quindi deve aver…camminato per qualche metro prima di arrivare lì. Poverina, quanto avrà faticato![fonte]

 

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