Vi propongo il collage che ho composto con due foto recenti riprese dalla Mastcam del rover Curiosity sul versante occidentale del Monte Sharp, che alla luce delle nuove scoperte delle quali la Nasa ha dato notizia in questi ultimi giorni, sarebbe più corretto chiamare Isola Sharp. Secondo l’ente spaziale americano è infatti ormai un dato inconfutabile che in un certo periodo della sua storia il pianeta Marte possedesse i requisiti ambientali per ospitare la vita. Il Monte Sharp, il rilevo montuoso alto 5500 metri che si erge al centro del Gale Crater dove è discesa la sonda Curiosity, era infatti circondato nella remota antichità da un grande invaso, il Lago Gale, con una salinità dell’acqua assai simile a quella del Lago Trasimeno. E’ quanto sostiene il geologo planetario Gian Gabriele Ori dopo aver esaminato i dati delle analisi chimico- geologiche del suolo in quell’area del pianeta. Bene, ciò che s’intravedeva nel mosaico Nasa PIA16768 con l’avanzare del rover verso il Monte Sharp (Aeolis Mons) appare più chiaro e meglio definito in vari dettagli, anche se sia il mosaico sia le due foto più recenti utilizzate nel mio collage appaiono manipolate, soprattutto nella zona della rupe (4).
Se invece di avere davanti dei fotogrammi avessimo un dipinto, apparirebbe chiaro dal punto di vista stilistico che mentre la città è stata delineata da un macchiaiolo incline a esagerare nei chiaroscuri, tutto il resto sembra realizzato da un vedutista pignolo… Premetto tuttavia che non ho sposato alcuna tesi e che le mie potrebbero essere soltanto suggestioni, anche se in un “grafico a torta”, la porzione che riguarda la suggestione, con l’emergere di nuove risultanze vada sempre più restringendosi. Se prima di queste recenti foto la proporzione sulla torta era 50-50, direi che ora è divenuta 75-25 a favore dell’evidenza. Come premesso, dopo aver eseguito il bilanciamento del bianco dalle immagini grezze fornite dalla Nasa, ho unito due foto della Mastcam del rover, la 0467MR1863017000E1_DXXX e la 0467MR1863018000E1_DXXX ottenendo una panoramica della porzione occidentale del rilevo da cui emergono evidenze così coincidenti per tipologia rispetto alle quali è difficile parlare in maniera sbrigativa di pareidolia. A questo punto smetto di parlare, e riporto il rapporto topografico redatto da mio figlio che, come ho già detto in post precedenti, è un archeologo specializzato appunto in topografia. Ecco cosa ci dice: La zona presa in considerazione risulta essere occupata da probabili costruzioni presso le pendici occidentali del Monte Sharp e si potrebbe suddividere in due parti; la “città alta” orientata ad Est e la “città bassa” che segue il declivio del monte verso Ovest. Proprio la “città alta” risulta essere la zona più ricca di anomalie: sono presenti una costruzione di forma quadrangolare, che sembra mozzata sulla sommità (1), una figura zoomorfa somigliante ad una sfinge alla sua destra (2) e una costruzione di forma piramidale sita un centinaio di metri più a Sud-Ovest (3). Ho segnato come “confine” della parte alta della città quella che sembrerebbe una rupe (4). Scendendo incontriamo un grande muraglione (6) che sembra cingere verso Nord-Est la città separando una possibile zona esterna ad essa, forse adibita a sepolture, di cui si nota una “thòlos” (5) di proporzioni e forme interessanti. Naturalmente, s’impongono ora alcune considerazioni. La prima viene naturale: chi può avere costruito “Sharp City”? La risposta è: non lo so e forse non lo sapremo fino a quando una spedizione umana esplorerà Marte in modo sistematico e con un approccio ampiamente interdisciplinare
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Nel frattempo però, nessuno vieta di formulare delle ipotesi. La prima è di una civiltà umanoide autoctona evolutasi su quel pianeta, così come la razza umana sulla Terra, che in un certo periodo storico si sia estinta. Alcuni – e sono i sostenitori più accaniti della “teoria degli antichi astronauti” – sostengono la tesi del cataclisma cosmico e la conseguente migrazione dei superstiti sulla Terra con la creazione in provetta da parte loro della razza umana. Ma su questo argomento la pubblicistica è enorme e non mi dilungo. L’altra ipotesi, di cui non credo si sia ancora parlato, è quella di un processo di terraformazione andato male. Mi spiego: immaginiamo un esperimento di questo tipo eseguito da una civiltà aliena proveniente da un altro sistema stellare e supponiamo che i suoi scienziati abbiano individuato, nel Sistema Solare, due pianeti adatti alla vita intelligente – Marte e la Terra – sui quali abbiano attuato questo esperimento. E’ accettabile che su entrambi i corpi celesti, gli alieni possano aver trasmesso alle creature da loro plasmate i moduli culturali della propria civiltà. Se le tombe dei loro sovrani erano piramidali, sarà stato tramandato alle nuove creature di riprodurle con questa forma sia sulla Terra sia su Marte, così come i moduli costruttivi di altri edifici pubblici o privati, oppure i principi sui quali si basavano le loro leggi, le usanze e così via; un po’ come, millenni dopo, fecero i Romani nei loro domini. Potrebbe poi essere accaduto che col passare del tempo la situazione su Marte, a causa di un ambiente refrattario a sostenere il tipo evoluto di vita che vi si voleva innestare, collassasse, mentre sulla Terra la vita si diffondesse e si sviluppasse in maniera inarrestabile.
Perciò Marte fu lasciato morire. In questo caso se si volesse tracciare la storia di quel pianeta, si troverebbero soltanto le vestigia di quel breve tentativo di imporvi la vita, fallito anzitempo. E sembra che le ricerche geologiche in corso, se abbinate alle evidenze archeologiche, siano ogni giorno sempre più compatibili con questo scenario. Naturalmente entrambe le rappresentazioni possono sostenersi soltanto sulla presunzione (per alcuni la speranza, per altri la certezza) dell’esistenza di civiltà aliene, cosa che ancora sembra tutta da dimostrare, anche se è ormai divenuto ben più difficile sostenere la tesi opposta, cioè che in tutto l’Universo, il Caso birbone abbia creato soltanto un tipo di esseri pensanti e che lo abbia fatto proprio sul pianeta Terra. In questo caso, amici miei, noi tutti avremmo vinto la lotteria della Creazione…![fonte]
Tetricus
(credit per le foto pubblicate: Nasa)